manovra recessiva e depressiva

Signor Presidente,
ringrazio il Presidente del Consiglio e il suo collaboratore, ministro dell’economia e delle finanze Tria, per aver evitato una procedura d’infrazione sul debito che avrebbe significato consegnare l’Italia nella prigionia per sette anni della Troika europea. Vi ringrazio e noto che vi stanno ringraziando anche i due Vice Premier, i due capi politici Di Maio e Salvini, che le sono accanto per congratularsi.  L’assenza pesa molto più delle false parole dette e delle false promesse annunciate, ripetute e dei falsi numeri circolati per mesi in quest’Assemblea, a Palazzo Chigi e anche nei documenti ufficiali. Le assenze pesano. Abbiamo evitato la prigionia, ma siamo in libertà vigilata perché ora siamo monitorati dalle istituzioni europee per gli impegni che la sottoscritta in questi giorni per una manovra inesistente. Una manovra inesistente, una manovrina da quattro soldi; non c’è nulla in questa manovra. Abbiamo già pagato un prezzo altissimo in termini di spread; 5 miliardi in più il prossimo anno il costo per lo Stato, in termini di risparmio, di mutuo e di credito alle imprese. Un prezzo altissimo per nulla. Mi spieghi, Presidente, come può ancora definire questa manovra espansiva se lei stesso prevede che il prossimo anno la crescita del PIL sarà forse dell’uno per cento. A quanto ammonterà la crescita quest’anno? Secondo le ultime previsioni, sarà pari all’uno per cento. Ebbene, può esserci una manovra espansiva senza crescita? Per i provvedimenti di cui parlate (per quel provvedimento che ha fatto esultare il Vice Premier, qui assente, che aveva addirittura annunciato la fine della povertà in Italia, la fine della corruzione e aveva annunciato di aver abolito anche la mafia), abolita la povertà dal balcone, ricordo che nei documenti del Movimento 5 Stelle il reddito cittadinanza costava 17 miliardi. L’avete detto voi per anni ai cittadini, avete preso i voti su questo punto, parlando di 17 miliardi per il reddito cittadinanza. A quanto sono ridotti? Avete aumentato la destinazione, incamerando anche i due miliardi del reddito di inclusione (REI). Sapete a quanto ammonta l’aumento? A 4 miliardi. Con i soldi del REI, 2 più 4, si arriva a 6. Non sono 17 miliardi, ma 6, compresi i due che già venivano dati per sopperire alla povertà; una mancia elettorale pari a quella che il governo Renzi ha dato in campagna elettorale cinque anni fa come scarpa per strappare un voto agli elettori.  La stessa cifra. Avete copiato il provvedimento nella speranza di gabbare gli elettori come ha fatto Renzi. Questo non è il Governo del cambiamento, questo è il Governo che ha tradito gli elettori. Nel suo intervento, signor Presidente del Consiglio, lei ci ha fatto un elenco di nuove tasse. Colleghi della Lega, quando si parla di definanziare, quando si parla di tassare le pensioni del ceto medio, cioè di chi ha lavorato, prodotto e pagato i contributi, quando si parla di rimodulare bonus e detrazioni fiscali, si parla di nuove tasse per le imprese, per le famiglie e per i cittadini, oltre a quelle già conteggiate nella manovra della Camera. Lì abbiamo calcolato 5 miliardi in più di tasse per le imprese; con quelle che qui dobbiamo dedurre, da quanto già annunciato, andiamo ben oltre. Questa è una manovra che tassa chi produce, che tassa chi ha prodotto, scippando della propria pensione chi ha pagato i contributi, che tassa l’Italia che lavora per fare cosa? Appena un decimo delle risorse è destinato agli investimenti. Sapete quanto avete destinato alla ricerca, al futuro? 64 milioni di euro. Sapete quanto avete destinato all’università? 54 milioni di euro. È una manovra finta, inesistente, fatta sulle spalle del futuro degli italiani, solo per dispensare promesse elettorali. Ciò che conta per voi è che sia in vigore per aprile. Perché per aprile? Perché inizia la campagna elettorale. E che cosa leggiamo sui giornali? Che i due Vice Premier sono convinti, non dai numeri, ma dai sondaggi: guardate solo ai sondaggi e alla campagna elettorale, svendendo il Paese. Signor Primo Ministro, non avete abolito la povertà, non avete abolito la corruzione, non avete abolito la mafia: avete abolito la verità. Fate un decreto in cui abolite la verità. D’altra parte questa manovra, nella sua inesistenza, per quel poco che fa, tassando chi produce e cercando di distribuire qualcosa a chi non lavora – e lo dico misurando le parole – è la prima manovra comunista della storia d’Italia. Ripeto, è la prima manovra comunista della storia d’Italia e, come tale, finirà per abolire la verità. Ma la verità non può essere abolita: si ritorce contro tutti e contro l’Italia e la recessione che è alle porte è tutt’altro che espansione, significa decrescita triste e infelice. Dobbiamo cambiare: rispetto alla Caporetto che si è profilata, bisogna il prima possibile fare una linea del Piave. Dobbiamo farlo per la necessità del Paese, dobbiamo farlo per il futuro del Paese.

*Adolfo Urso, senatore

Intervento in Aula del Sen. Adolfo Urso sulla manovra economica