Il 15 febbraio è la data fissata dal Governo Salvini Di Maio per la firma della Intesa con le Regioni Lombardia Veneto ed Emilia Romagna per la nuova Autonomia rafforzata.
Tuttavia a pochi giorni dalla sottoscrizione nessuno sa niente di questo Patto cosi impegnativo per la vita socioeconomica di tutto il Paese, vista l importanza di dette Regioni, che da sole fanno più del 50% del PIL nazionale.
Sembra incredibile eppure è cosi, anche se dovrà essere sottoposto al Parlamento, che tra l’altro, non potrà emendarlo, ma solo approvare o bocciare, così come cucinato da Governo e regioni beneficiarie.
Per capire di che si tratta occorre rifarsi alla preintesa del 28 febbraio 2018 siglata dal Governo Gentiloni, a pochi giorni dal voto, in un estremo e grottesco tentativo di intestarsi una merito autonomistico verso l’ elettorato del Nord.
Cosicchè si può partire dai contenuti di quella preintesa per esaminare le condizioni minime di quel che ci aspetta e quindi capire la gravità delle conseguenze politiche ed economiche per tutto il Paese ed in particolare a danno del Sud.
Infatti già nel documento Gentiloni emerge chiaramente quella che molti commentatori ha definito come una “secessione economica di fatto” o “secessione morbida”, con la attribuzione a dette Regioni di competenze che, seppur contemplate all’ art 116 della Costituzione, determina, comunque, un vulnus alla Sovranità dello Stato se ad esso sono sottratte anche nella normativa Generale e per di più contemporaneamente.
Istruzione, Ambiente, Sanità, Lavoro, Infrastrutture, Energia, Beni Culturali, in queste materie, così strategiche per lo sviluppo nazionale si trasferirebbe oltre la competenza organizzativa territoriale, anche la potestà di “normazione generale”.
Dalla preintesa, forse aggravata dalla Intesa definitiva prossima, si evince anche l accordo sulle pretese di maggiori finanziamenti a fronte delle maggiori spese collegate alle nuove competenze!
Nonostante le vacue e tentennanti dichiarazioni di Salvini, Zaia e Fontana, che si affannano ad assicurare che le regioni del Mezzogiorno non perderanno nemmeno un euro da questa Autonomia differenziata, in realtà già nella preintesa si scopre l ‘inganno.
Infatti la invarianza finanziaria è prevista solo per il primo anno!
Al suo termine, infatti, l’ art 4 della preintesa prevede la istituzione di una Commissione paritetica per definire gli stanziamenti per le materie delegate sulla base dei “bisogni standard parametrati al gettito fiscale.”
In pratica, maggiori finanziamenti a chi ha maggiori capacità contributiva! Con tanti saluti al principio Costituzionale della perequazione e della solidarietà Nazionale.
Dunque gravi conseguenze sia sul piano economico per il Sud, ma il Centro non sta molto meglio, e sia sul piano della erosione della Sovranità Nazionale, a cui bisognerebbe rispondere innanzitutto chiedendo una moratoria che permetta un dibattito che è stato fatto finora solo su base regionale sfociati in referendum locali che certo non possono essere cogenti per tutta la Nazione.
In via subordinata concedere l autonomia ma con esplicita riserva di decisioni strategiche per lo Stato ed infine assoluto divieto di finanziamenti aggiuntivi a scapito del fondo perequativo regionale.
*Luciano Schifone, già Assessore regionale in Campania ed Europarlamentare