VERSO LA TRANSIZIONE INDUSTRIALE

Dopo la pandemia da Sars Covid 2019, è in atto  un profondo mutamento e una profonda metamorfosi nelle economie dei Paesi più industrializzati del Pianeta: la Transizione industriale, di cui affronteremo in questo articolato i tre pilastri.

1-TRANSIZIONE ECOLOGICA

Sotto la minaccia dei cambiamenti climatici sono aumentati gli sforzi per la neutralità climatica, finanziando progetti che vanno nella direzione del risanamento ambientale e dell’azzeramento delle emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera: la transizione ecologica.

Il settore che più di ogni altro si trova in questo cambiamento repentino e, talvolta caotico è quello dell’industria dell’auto; le case automobilistiche stanno rivendendo i loro progetti industriali volti alla transizione energetica, sostituendo il motore termico con quello elettrico che garantisce, insieme all’idrogeno, emissioni zero.

La transizione ecologica è una necessità per evitare catastrofi ambientali dovuti al climate change e l’Ue nel PNRR ha stanziato cospicui finanziamenti a tale scopo.

2-TRANSIZIONE DIGITALE

Insieme alla transizione ecologica fondamentale importanza ha la Transizione digitale, con lo scopo di rendere più sostenibile lo sviluppo economico. Transizione ecologica e transizione digitale sono fondamentali per l’economia, la società e l’industria come si legge nel New Industrial Strategy for Europe 2021.

La Transizione digitale con lo scopo di rendere più competitivo il tessuto economico del Paese e sono previsti finanziamenti del PNRR (PIANO NAZIONALE RIPRESA E RESILIENZA) nella realizzazione della banda ultra larga, delle Piattaforme abilitanti, infrastrutture digitali, innovazione per i servizi della Pubblica amministrazione, dello sviluppo dei servizi digitali e delle competenze digitali.

La Transizione digitale pone problemi di sicurezza dei dati e di sicurezza nazionale, per evitare programmi di hacheraggio e di furti di dati sensibili, di brevetti industriali e di informazioni riservate è doverosa la creazione di cloud e di più stringenti difese contro i cyber attacchi.

La cyber security è la sfida più difficile nella transizione digitale e meccanismi di difesa stanno già realizzando, come il polo pubblico del Cloud  nazionale che potrebbe coinvolgere imprese pubbliche e private come Tim, Leonardo, Cdp e Sogei, impegnate in una pubblica gara.

3-INDUSTRIA 4.0

Il terzo pilastro su cui si basa la Transizione industriale è Transizione 4.0 (già  Industria 4.0 e già legge Sabatini) questa prevede crediti d’imposta e superammortamenti per le imprese che investono nella innovazione e automazione di macchinari in ottica ecosostenibili, nello sviluppo di nuove tecnologie e di nuovi processi produttivi.

La Transizione industriale è fondamentale per lo sviluppo di ogni Economia; occorre una serie di pochi punti realizzativi per rendere efficiente e sostenibile la nuova rivoluzione industriale:

– adeguata formazione per competenze sempre più necessarie mettendo al centro

gli Istituti tecnici Industriali;

– nuovi sconti fiscali permanenti che vadano oltre la durata dei governi e delle

Legislature;

– sconti fiscali per le imprese e i cittadini che riciclano e che rimettono nel circuito

produttivo i materiali da riciclo;

– bonifiche più veloci di siti inquinati, di corsi d’acqua e risanamento del territorio

e del dissesto idrogeologico;

– creazione di un ministero della Transizione industriale che accorpi le competenze attualmente divise tra diversi dicasteri;

– potenziamento del ruolo del Parlamento e del Copasir in materia di vigilanza

sulla cyber security;

– formazione sui rischi del digitale e della transizione digitali (messaggi spam e truffe on line con creazione di una superprocura sui reati digitali;

Questi punti sono essenziali per una Transizione industriale (transizione ecologica, digitale e industria 4.0) che metta al centro la

persona, i diritti di cittadino e di consumatore per un Pianeta sostenibile e che passi dai bla, bla bla a uno sviluppo efficiente, digitalmente, ecologicamente sostenibile e che riduca al minimo l’espulsione di personale lavorativo dai processi produttivi dovuta allo sviluppo tecnologico sempre più veloce e incessante.

*Umberto Amato, dottore magistrale in Giurisprudenza