In un momento di vulnerabilità, come quello che il Coronavirus ci costringe a vivere, il Paese diventa facile bersaglio di chi punta ad approfittarne per interessi geopolitici ed economici. Occorre dunque che lo Stato si difenda dalle silenziose aggressioni esterne che, seppur impercettibili, ledono fortemente la sicurezza del sistema Paese. Il Golden Power diventa così tema bollente di questi giorni. Se prima dell’epidemia il campanello d’allarme era principalmente sul 5G, ora ad essere esposti sono anche il mondo bancario, quello assicurativo e quello industriale che dopo i tonfi in Borsa vivono momenti delicati.
Nel rispetto della libera economia di mercato, il Golden Power è la barriera di contenimento per difendersi da campagne acquisti predatorie, da parte di fondi sovrani e nazioni, verso tecnologie in settori strategici o significativi come trasporti, telecomunicazioni ed energia. Un meccanismo non automatico, da innescare in caso di reale pericolo ponendo uno stop a scalate societarie ostili.
Il 2 marzo, nel corso della ‘Relazione sulla politica dell’informazione per la Sicurezza’, il vicepresidente del Copasir (il comitato per la sicurezza della Repubblica), Adolfo Urso, aveva dichiarato che “l’Italia deve fare un salto di qualità sul piano della sicurezza nazionale e in particolare sul fronte della tutela degli interessi strategici economici con il pieno coinvolgimento del Parlamento stesso e delle forze politiche, sociali e culturali del Paese”, evidenziando “le nuove minacce cibernetiche ed economiche produttive, così come la necessità di continui adeguamenti normativi, cosa peraltro avvenuta più volte nel corso dell’ultimo anno”.
Già il 5 marzo, Urso ha depositato un disegno di legge che va nella direzione di potenziare la cultura della sicurezza nelle istituzioni. Il DDL prevede un iter parlamentare, a seguito della relazione annuale sulla sicurezza dei Servizi, per non perderne il prezioso patrimonio di informazioni. In sostanza, a seguito della discussione nelle aule di Camera e Senato, il Parlamento vota delle risoluzioni fornendo le indicazioni per metterle in atto al governo, che ha due mesi per presentare una legge annuale sulla sicurezza, un po’ come con la legge annuale sulla concorrenza.
In questi giorni, preso atto del rischio Italia, il Governo sta dichiarando di lavorare ad una sintesi normativa che estenda lo scudo del Golden power, nel solco tracciato dal Copasir divenuto sempre più soggetto di impulso e riferimento. In proposito il vicepresidente Urso si spinge oltre il DDL depositato, dichiarando che ora, con la Borsa sotto attacco, il rischio di azioni predatorie e speculazioni internazionali sia aumentato; ed annuncia di lavorare ad un pacchetto di emendamenti al decreto Cura Italia sui temi della sicurezza nazionale. Un pacchetto di emendamenti, annuncia Urso, che “prevedono l’estensione del Golden power ai settori strategici”, oltre a “coinvolgere Cassa Depositi e Prestiti, Banco Poste, e Invitalia per la sicurezza del sistema industriale”, aggiungendo che “bisogna poi predisporre le necessarie contromisure per evitare che quanto previsto nel decreto Cura Italia per la digitalizzazione della pubblica amministrazione non diventi il cavallo di Troia per le aziende cinesi già oggetto della relazione del Copasir al Parlamento sul 5G”.
Mai come ora c’è bisogno di unità e responsabilità da parte di tutta la migliore classe dirigente, perché oltre al rischio sanitario c’è un altrettanto concreto rischio del sistema Paese. E c’è bisogno di uno Stato forte, autorevole, in grado di far fronte alla grande sfida che il 2020 ci ha posto dinnanzi. Nella storia della Repubblica l’Italia ha saputo affrontare diversi momenti bui, confidiamo ci riesca anche questa volta.
*Antonio Coppola, collaboratore Charta minuta