Date a Cesare quel che è di Cesare

“Il naufragio è la perdita totale di una nave o di una imbarcazione per cause accidentali cui può far seguito, anche se non necessariamente, la sua completa sommersione.”

Possono esserci varie cause a determinare un naufragio. L’arenamento; l’avaria; la collisione; la falla; l’incaglio; l’incendio; l’instabilità; errori di navigazione; eventi meteorologici e persino attacchi marini da animali e belve marine. Quindi il naufrago o i naufraghi, sono persone che trovandosi su una imbarcazione in naufragio per cause non previste in partenze si ritrovano in mare alla deriva. Queste persone, questi veri naufraghi sono tutelati dal diritto internazionale come ad esempio la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare che sancisce l’obbligo agli Stati di soccorrere le persone in pericolo di vita in mare. Oppure come la Convenzione SOLAS del 1974 e la Convenzione SAR del 1979 che sanciscono entrambi l’obbligo per gli Stati costieri di agire per soccorrere chi è in pericolo con attività di search and rescue ma obbligano anche tutti gli Stati coinvolti costieri a cooperare tra loro per salvare i naufraghi. Queste convenzioni, fanno riferimento anche l’obbligo di condurre le persone salvate in un luogo (porto) sicuro. Nello specifico un porto dove la persona salvata non deve temere per la propria incolumità.

Sulla base di questi elementi di diritto internazionale, la sinistra immigrazionista, parte della curia vaticana globalista e le ONG chiedono all’Italia “di salvare” le vite umane al largo delle sue coste. Questi signori però omettono intenzionalmente e spesso in male fede (perché coinvolti direttamente nel business dell’accoglienza) di raccontare e sopratutto di analizzare la reale situazione del Mediterraneo e cosa realmente accade al largo delle nostre coste. Si tratta veramente di salvare vite umane ? Si tratta veramente di applicare il diritto internazionale? Stiamo parlando realmente di naufragi? E chi determina quali sono i porti sicuri? E su quali basi ?

In molti, in questi anni, hanno analizzato la situazione e alcuni hanno anche dimostrato le attività poco chiare delle ONG al largo delle coste libiche. Qualcuno dirà che le attività giudiziarie investigative non hanno portato a nulla di rilevante sul piano penale. Ma esiste un piano politico sul quale Salvini ha deciso di giocarsi la partita. Ed ecco che arriviamo ai nostri giorni e al capitano Carola e la Sea-Watch 3.

Una nave che parte dall’Olanda (almeno la bandiera così ci suggerisce) per arrivare nel mediterraneo e poi andare al largo delle coste libiche capeggiata da una ONG e che lo fa con metodica e costanza negli anni sta svolgendo un’attività vera e propria. Questa attività viene studiata, finanziata organizzata e resa operativa. Non necessariamente debbono esserci degli illeciti penali e non è il mio compito quello di capire da dove arrivano questi soldi e perché. Ma certamente c’è un’attività politica ben precisa sulla quale gli italiani devono essere informati e sulla quale devono decidere da Paese sovrano come hanno fatto Germania, Francia Ungheria, Austria, Polonia, in pratica tutti i Paesi europei.

Questo maldestro tentativo di raccontare la questione come se si trattasse di eventi casuali che accadono a chi naviga, come se non esistesse una tratta neo-schiavista organizzata dalla criminalità (anche nostrana sia chiaro)  e dai terroristi islamici, come se nel Mediterraneo ci fossero solo le coste italiane, come se noi non avessimo già abbondantemente dato ogni tipo di assistenza umiliando finanche la nostra marina e costringendola a fare da taxi ai neo-schiavi sui quali la finanza apolide si arricchisce scaricando i problemi sociali alle fasce deboli delle nostre città.

Questo racconto atto a insinuare il senso di colpa negli italiani mistificando la realtà e creando addirittura ignobili passerelle sulle navi di turno che sbarcano illegalmente è alquanto stomachevole . Ma con Carola abbiamo raggiunto livelli inaccettabili.

In questo caso (come negli altri) non parliamo di diritto internazionale sui naufraghi, perché questi clandestini non si trovano lì per caso. La loro imbarcazione non si trovava in “avaria” per caso. Il numero di passeggeri a bordo non è un caso. E non è un caso neanche il numero delle donne (incinte) e dei sedicenti minori. Nulla è un caso in questa complessa organizzazione. È tutto organizzato, finanziato e pagato. Infine anche la destinazione non è un caso. In maniera del tutto arbitrale senza rendere conto a nessuno Carola ha deciso che il porto sicuro era solo ed unicamente Lampedusa.

Salvini ha cercato di mettere un argine a questa situazione annunciando (solo annunciando) la chiusura dei porti. Era chiaro a molti, che non avrebbe potuto fare granché la politica degli annunci e delle dirette Facebook, contro un’organizzazione così ben strutturata, internazionale e ben finanziata. Infatti arriva quando arriva la capitano tedesca, che dopo 17 giorni a zig-zag sul confine delle nostre acque territoriali, decide di forzare l’alt non possiamo far altro che assistere all’umiliazione dell’Italia e delle sue forze armate compiuta ad opera di una ONG.

A quel punto il PD immigrazionista non poteva non astenersi da questa passerella mondiale organizzata ad arte sulla pelle dei neo-schiavi. E si fiondano a bordo della nave.

Violano le leggi dello stato italiano, speronano una nave della GdF mettendo a rischio la vita dei nostri militari, creano un caso mediatico atto ad incitare azioni eversive contro lo stato e contro le forze militari di questo Paese. E’ chiaro a tutti che non potendo, il PD, recuperare l’elettorato perso e non potendo aspirare a cambiare le leggi in parlamento il vecchio vizio di filtrare con i sovversivi di turno non è morto. I parlamentari a bordo di quella nave illegale hanno scritto una della pagine più brutte della nostra storia repubblicana.

E allora che si fa? Si fa una bella diretta Facebook ? Si fa un tweet? Oppure finalmente si fanno provvedimenti a difesa dei nostri confini? E’ evidente che l’unico modo per fermare la tratta neo-schiavista e stroncare il business dell’immigrazione clandestina, è istituire un blocco navale militare con incursioni militari mirate sulle coste libiche per distruggere le imbarcazioni degli scafisti. Se Salvini non farà questo temo che perderà la partita perché avemmo altre Carola, avremmo altre azioni sovversive e gli sbarchi continueranno, come continuano in queste ore,  indisturbati.

Ah tutto questo scempio avviene con la benedizione del Segretario di Stato Vaticano Parolin che in barba a qualsiasi buonsenso diplomatico ed istituzionale incoraggia altre azioni sovversive nel nostro Paese incoraggiando a violare le leggi. Dove è finito “date a Cesare quello che è di Cesare?”

*Mario Presutti, collaboratore Charta minuta