Il G20 straordinario, voluto e presieduto dall’Italia, ha portato ad una decisione condivisa sul futuro dell’Afganistan.
Come risultato è stato conferito all’ONU uno specifico mandato operativo per implementare “con tutti i mezzi necessari” le decisioni prese dai venti Paesi più importanti della terra.
Per la prima volta il Palazzo di Vetro non è più il luogo dove, anche se solo formalmente, si decide sui destini del mondo, ma diventa il braccio operativo delle decisioni dei Grandi della Terra, riuniti in un diverso ed evidentemente più autorevole consesso internazionale.
Vengono così “de facto” bypassati interminabili riti e procedure e con essi le complesse strutture ( Assemblea, Commissioni e Sottocommissioni, Consiglio di Sicurezza, Membri permanenti con diritto di veto,Segretariato Generale) che, dalla fine dell’ultimo conflitto mondiale, avevano discusso dei destini del mondo. Riti consunti e strutture obsolete che da settant’anni erano oggetto di un perenne tentativo di revisione e aggiornamento, sempre impedito dai cosiddetti Grandi (4+1), fortemente determinati a non perdere rendite di posizione allora assegnatesi e diritti arrogatisi.
A nulla erano valse le considerazioni sulla crescente valenza di alcune economie, i cui pesi specifici venivano evidenziati dall’importanza dei vari G5, G7,G10, dove crescevano Germania, Giappone e Italia. A nulla avevano portato i morbidi e timidi tentativi degli “esclusi” di trovare nuovi schieramenti al passo coi tempi, come quello, pur pregevole, del “circolo del caffè”, ideato dall’ambasciatore Francesco Paolo Fulci e perseguito negli anni novanta dalla diplomazia italiana.
Il mondo di oggi, che rinasce dopo la terribile pandemia, è partito al galoppo verso una direzione non precostituita ed ancora difficile da prevedere, dove stanno contando personalità e autorevolezza dei nuovi leader e in definitiva delle singole nazioni da essi guidate.
Non possiamo escludere colpi di coda di chi non intende perdere anacronistiche rendite di posizione, anzi aspettiamoceli, ma gli ultimi accadimenti macroeconomici e geopolitici, di cui questo G20 guidato dall’Italia, è solo l’ultimo e più eclatante episodio, sembrano indicarci che probabilmente siamo all’inizio di una trasformazione degli assetti mondiali.
*Carmelo Cosentino, ingegnere, presidente ASE spa