Questo martellamento mediatico sulla pandemia sta distogliendo l’attenzione di gran parte di noi da problemi seri e da decisioni che i grandi del mondo stanno prendendo a nostra insaputa o magistralmente nascoste da una comunicazione ossessiva sul COVID-19. Il virus indubbiamente c’è, è un problema, ma ciò non toglie che siamo sotto l’effetto soporifero di una “comunicazione di distrazione di massa.”
Se andiamo a vedere cosa sta succedendo nel campo della Borsa, nel campo dell’automobile, nel campo dell’intelligenza artificiale, nella geopolitica mondiale e nei circuiti finanziari c’è da far venire la pelle d’oca e comprendere che effettivamente qualcosa di sconvolgente sta succedendo, in particolare se tutte queste attività daranno i loro effetti contestualmente. In questo periodo, nessuno o quasi nessuno ne parla, ma i grandi del mondo stanno preparando il terreno per l’avvio delle valute digitali e dei circuiti della transazione digitale. In pieno lockdown la Cina ha testato, come se fosse un nuovo armamento, la versione digitale dello yuan, la moneta cinese, su quattro città prese a campione.
Il test a detta cinese è perfettamente riuscito. Il test durato circa sei mesi ha visto la PBOC cioè la Banca Centrale Cinese effettuare oltre 4 milioni di transazioni. Fin qui nulla di strano se non si scorgono alcune particolarità tra cui l’obiettivo della completa tracciabilità dei flussi di denaro. Il sistema della lotteria e quella degli “scontrini” che sembra aver mutuato dal Governo italiano, (o forse è vero il contrario), ha permesso ai presunti “fortunati” di acquistare online con la valuta digitale. Ancora più strano è il coinvolgimento che a fine 2019, proprio agli albori del COVID-19 in Cina, la stessa Cina effettuava un test con la valuta digitale coinvolgendo diverse aziende tra cui le americane Mc Donald’s con sede in California, Starbucks con sede a Seattle e Subway con sede nel Connecticut. Partner strategico di tutto ciò è la Huaway che a breve lancerà il nuovo smartphone di ultima generazione con un “wallet” (portafoglio) per le transazioni in valuta digitale (primo al mondo per la conservazione dei dati in cripto valuta) e non dobbiamo dimenticare che la Huaway è il maggiore sponsor del 5G, l’unica rete che garantirà volumi impressionanti di transazioni.
Tutto strano o magistralmente architettato e programmato? Qui il business è di levatura planetaria e di improvvisato non c’è nulla, è tutto ben pianificato. Sono queste delle prove tecniche di dominio? Credo di sì, se pensiamo che tra un anno (febbraio 2022) ci saranno le olimpiadi invernali in Cina, (programmate nella riunione del CIO nel 2015 a Kuala Lumpur), guarda caso dopo l’esaurimento della pandemia, sarà l’ideale occasione per il lancio ufficiale della valuta digitale. Il disegno strategico finanziario di Pechino è quasi giunto al traguardo e le olimpiadi sanciranno lo yuan come moneta leader nelle transazioni in cripto valuta. Quale occasione mediatica più ghiotta? Il diabolico ritmo di crescita della Cina sta mettendo a dura prova l’intero sistema economico e finanziario di tutto il mondo, acquisizioni di asset strategici, annientamento dei possibili competitors, (non escluderei il prossimo declino della Samsung che recentemente è andata in rotta di collisione con Android a favore di Huaway). Tutto ciò sta avvenendo nel completo sviamento dell’attenzione. Il COVID-19 sta catalizzando totalmente l’attenzione, grazie ai media, al mainstream, ai social e le grandi manovre sono ignorate. E’ vero che la Federal Reserve Bank sta pensando di dotarsi di una cripto valuta, altrettanto la BCE sta avviando le consultazioni, ma mentre negli USA si pensa e in Europa si consulta, la Cina ha già i risultati dei test. Nel momento in cui la Cina è davanti a tutti seguita dagli Stati Uniti che avanzano rapidamente nel mondo digitale, l’Europa è ancora ai nastri di partenza e con lei l’Italia che risulta al 25° posto su 28 nazioni per capitalizzazione delle aziende del settore internet.
Purtroppo la velocità di raccolta dati e l’accelerazione digitale prenderanno per mano l’economia mondiale alimentando la rivoluzione virtuale e ai big data per essere completamente efficaci nel progetto di dominio assoluto manca solo l’informazione legata alla disponibilità finanziaria dei singoli, vale a dire che nel momento in cui chi detiene i dati sensibili e demografici riesce ad incrociare i dati finanziari delle stesse persone, il gioco è fatto: col controllo totale il dominio è assoluto. All’appello stanno arrivando anche i colossi di Mastercard, Visa, Maestro e American Express, i veri dominatori degli ultimi anni (nel silenzio di tutti) a discapito delle banche dell’intero pianeta, dei quali già Mastercard (recente joint venture con la PBOC) e VISA si sono già aggiornate per i circuiti in cripto valuta. Il mondo del digitale è in forte fermento e anche Facebook (che ambisce ad entrare in Cina, ma ancora bloccato) si adeguerà al punto che tutte le dinamiche in atto sembrano portare quindi inesorabilmente verso oriente, senza nessun contrasto, a sostegno del progetto imperialista cinese, ed è oramai evidente che passerà attraverso il controllo di tutte quelle realtà sovranazionali in chiave digitale (informazione, circuiti finanziari, organizzazione sanitaria, ecc.. ) per arrivare al controllo geopolitico e geodemografico mondiale. L’imperialismo digitale.
*Stefano Lecca, consulente in comunicazione social e web marketing