Lezione di amore per la Patria

Una stampa strana, quella italiana. Una stampa che preferisce lodare la delinquente “capitana” con cappelli rasta e faccia da fattona anziché chi difende l’Italia, i suoi confini, la legalità ed il rispetto delle regole. Una stampa che da sempre serve solo gli interessi della sinistra, tendenziosa e lontana dalla realtà, che ormai ha dimenticato l’informazione di qualità, l’etica giornalistica, ma soprattutto la verità. Una stampa che attacca i poliziotti, i carabinieri ed i finanzieri che ogni giorno rischiano la vita, perché nel nome della democrazia – così come interpretata dai radical-chic -, le forze dell’ordine non devono fare il proprio dovere se ledono gli interessi di anarchici, centri sociali, catto-comunisti e delinquenti vari.

Non si può reagire se uno con volto coperto e spranga alla mano picchia le forze dell’ordine, se un altro cerca di lanciare un estintore in una camionetta dei carabinieri, quando si insulta e si sputa in faccia a chi, lavorando, difende legalità e ordine. Anzi, a quello con l’estintore gli si dedica persino una sala al Senato della Repubblica. Vergogna!

Chi, in un paese, non sta accanto alle sue Forze dell’ordine, non le rispetta, le offende, le denigra e cerca di privarle dei poteri che gli sono stati attribuiti, non merita di stare in Parlamento, non merita la libertà di scrivere sui giornali, non merita di dichiararsi italiano. Come non lo merita chi approva e difende l’illegalità, il delinquere senza conseguenze, nascondendosi dietro l’ipocrisia dell’insulto di essere fascisti per chiunque vuole ordine, regole e rispetto della legge.

Chi, come politico e pertanto rappresentante del popolo italiano, sale su una nave che forza un blocco portuale per attraccare fregandosene della legge e delle autorità deve essere denunciato per vilipendio alle Istituzioni.

Chi, come italiano, non comprende (o fa finta di non comprendere) la macroscopica differenza tra democrazia e anarchia, tra diritti costituzionalmente garantiti ed impunite libertà oltraggiose alla cultura e alla storia di un popolo, non può definirsi tale.

I grandi popoli democratici dell’Occidentale, quelli che prendiamo sempre come esempio di civiltà, senso del dovere e patriottismo, per primi gli Stati Uniti, seguiti dall’Inghilterra ed i paesi dell’Nord Europa, insegnano alle nuove generazioni i valori per i quali tali nazioni sono ammirate ovunque.

Il primo è l’amore per la Patria, per quella famiglia allargata che è ogni nazione per i suoi cittadini, guardiana dei diritti, aiuto in caso di necessità, collettore della storia, della cultura e delle tradizioni. In Italia, però, dicendo così si passa per sadici fascisti e razzisti nei confronti dei poveri rifugiati africani e chi altro vuole venire nel Bel Paese per portare il suo prezioso contributo multiculturale (????) alla nazione che ha il 90% del patrimonio artistico culturale del pianeta e che durante la sua storia millenaria ha donato al mondo la maggior parte dei geni in ogni campo.

Il secondo è il rispetto. Rispetto per la legge, per lo Stato, per la polizia, per l’ordine sociale. In questi paesi su ogni balcone, davanti ad ogni casa, persino sui cruscotti delle auto sventolano le bandiere nazionali. Ma allora sono tutti fascisti? Americani, inglesi, irlandesi ed islandesi, svedesi e norvegesi, austriaci e canadesi.

Ho solo una speranza, quella che il popolo italiano, nonostante sia quotidianamente martoriato dalla propaganda di sinistra e dal falso buonismo dei radical chic che a distanza di 70 anni continua ad evocare l’ombra di Mussolini, è un popolo sveglio, intelligente e pensante.

E che anche se nelle chiacchiere tra amici sono tutti aperti alla multiculturalità, all’accoglienza incondizionata… alla fine, quando nessuno li vede, votano chi difende i veri valori, la legalità e la Patria.

Perché, mentre il PD sta con i trafficanti di clandestini, con le ONG che violando le leggi, con l’Unione europea anti-italiana e con chi ha concepito il grande disegno di islamizzare l’Europa, il popolo italiano sta con chi ama questo paese. Il risultato delle urne insegna. O almeno dovrebbe.

Date a Cesare quel che è di Cesare

“Il naufragio è la perdita totale di una nave o di una imbarcazione per cause accidentali cui può far seguito, anche se non necessariamente, la sua completa sommersione.”

Possono esserci varie cause a determinare un naufragio. L’arenamento; l’avaria; la collisione; la falla; l’incaglio; l’incendio; l’instabilità; errori di navigazione; eventi meteorologici e persino attacchi marini da animali e belve marine. Quindi il naufrago o i naufraghi, sono persone che trovandosi su una imbarcazione in naufragio per cause non previste in partenze si ritrovano in mare alla deriva. Queste persone, questi veri naufraghi sono tutelati dal diritto internazionale come ad esempio la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare che sancisce l’obbligo agli Stati di soccorrere le persone in pericolo di vita in mare. Oppure come la Convenzione SOLAS del 1974 e la Convenzione SAR del 1979 che sanciscono entrambi l’obbligo per gli Stati costieri di agire per soccorrere chi è in pericolo con attività di search and rescue ma obbligano anche tutti gli Stati coinvolti costieri a cooperare tra loro per salvare i naufraghi. Queste convenzioni, fanno riferimento anche l’obbligo di condurre le persone salvate in un luogo (porto) sicuro. Nello specifico un porto dove la persona salvata non deve temere per la propria incolumità.

Sulla base di questi elementi di diritto internazionale, la sinistra immigrazionista, parte della curia vaticana globalista e le ONG chiedono all’Italia “di salvare” le vite umane al largo delle sue coste. Questi signori però omettono intenzionalmente e spesso in male fede (perché coinvolti direttamente nel business dell’accoglienza) di raccontare e sopratutto di analizzare la reale situazione del Mediterraneo e cosa realmente accade al largo delle nostre coste. Si tratta veramente di salvare vite umane ? Si tratta veramente di applicare il diritto internazionale? Stiamo parlando realmente di naufragi? E chi determina quali sono i porti sicuri? E su quali basi ?

In molti, in questi anni, hanno analizzato la situazione e alcuni hanno anche dimostrato le attività poco chiare delle ONG al largo delle coste libiche. Qualcuno dirà che le attività giudiziarie investigative non hanno portato a nulla di rilevante sul piano penale. Ma esiste un piano politico sul quale Salvini ha deciso di giocarsi la partita. Ed ecco che arriviamo ai nostri giorni e al capitano Carola e la Sea-Watch 3.

Una nave che parte dall’Olanda (almeno la bandiera così ci suggerisce) per arrivare nel mediterraneo e poi andare al largo delle coste libiche capeggiata da una ONG e che lo fa con metodica e costanza negli anni sta svolgendo un’attività vera e propria. Questa attività viene studiata, finanziata organizzata e resa operativa. Non necessariamente debbono esserci degli illeciti penali e non è il mio compito quello di capire da dove arrivano questi soldi e perché. Ma certamente c’è un’attività politica ben precisa sulla quale gli italiani devono essere informati e sulla quale devono decidere da Paese sovrano come hanno fatto Germania, Francia Ungheria, Austria, Polonia, in pratica tutti i Paesi europei.

Questo maldestro tentativo di raccontare la questione come se si trattasse di eventi casuali che accadono a chi naviga, come se non esistesse una tratta neo-schiavista organizzata dalla criminalità (anche nostrana sia chiaro)  e dai terroristi islamici, come se nel Mediterraneo ci fossero solo le coste italiane, come se noi non avessimo già abbondantemente dato ogni tipo di assistenza umiliando finanche la nostra marina e costringendola a fare da taxi ai neo-schiavi sui quali la finanza apolide si arricchisce scaricando i problemi sociali alle fasce deboli delle nostre città.

Questo racconto atto a insinuare il senso di colpa negli italiani mistificando la realtà e creando addirittura ignobili passerelle sulle navi di turno che sbarcano illegalmente è alquanto stomachevole . Ma con Carola abbiamo raggiunto livelli inaccettabili.

In questo caso (come negli altri) non parliamo di diritto internazionale sui naufraghi, perché questi clandestini non si trovano lì per caso. La loro imbarcazione non si trovava in “avaria” per caso. Il numero di passeggeri a bordo non è un caso. E non è un caso neanche il numero delle donne (incinte) e dei sedicenti minori. Nulla è un caso in questa complessa organizzazione. È tutto organizzato, finanziato e pagato. Infine anche la destinazione non è un caso. In maniera del tutto arbitrale senza rendere conto a nessuno Carola ha deciso che il porto sicuro era solo ed unicamente Lampedusa.

Salvini ha cercato di mettere un argine a questa situazione annunciando (solo annunciando) la chiusura dei porti. Era chiaro a molti, che non avrebbe potuto fare granché la politica degli annunci e delle dirette Facebook, contro un’organizzazione così ben strutturata, internazionale e ben finanziata. Infatti arriva quando arriva la capitano tedesca, che dopo 17 giorni a zig-zag sul confine delle nostre acque territoriali, decide di forzare l’alt non possiamo far altro che assistere all’umiliazione dell’Italia e delle sue forze armate compiuta ad opera di una ONG.

A quel punto il PD immigrazionista non poteva non astenersi da questa passerella mondiale organizzata ad arte sulla pelle dei neo-schiavi. E si fiondano a bordo della nave.

Violano le leggi dello stato italiano, speronano una nave della GdF mettendo a rischio la vita dei nostri militari, creano un caso mediatico atto ad incitare azioni eversive contro lo stato e contro le forze militari di questo Paese. E’ chiaro a tutti che non potendo, il PD, recuperare l’elettorato perso e non potendo aspirare a cambiare le leggi in parlamento il vecchio vizio di filtrare con i sovversivi di turno non è morto. I parlamentari a bordo di quella nave illegale hanno scritto una della pagine più brutte della nostra storia repubblicana.

E allora che si fa? Si fa una bella diretta Facebook ? Si fa un tweet? Oppure finalmente si fanno provvedimenti a difesa dei nostri confini? E’ evidente che l’unico modo per fermare la tratta neo-schiavista e stroncare il business dell’immigrazione clandestina, è istituire un blocco navale militare con incursioni militari mirate sulle coste libiche per distruggere le imbarcazioni degli scafisti. Se Salvini non farà questo temo che perderà la partita perché avemmo altre Carola, avremmo altre azioni sovversive e gli sbarchi continueranno, come continuano in queste ore,  indisturbati.

Ah tutto questo scempio avviene con la benedizione del Segretario di Stato Vaticano Parolin che in barba a qualsiasi buonsenso diplomatico ed istituzionale incoraggia altre azioni sovversive nel nostro Paese incoraggiando a violare le leggi. Dove è finito “date a Cesare quello che è di Cesare?”

*Mario Presutti, collaboratore Charta minuta