La tutela dell’interesse nazionale da insidie e incursioni estere lesive degli asset strategici italiani è di fondamentale importanza, ce ne stiamo accorgendo ancora di più oggi, in un momento particolarmente difficile e delicato.
La relazione annuale prodotta nel febbraio scorso dal Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica evidenzia in modo chiaro questa necessità, presentando per altro un efficace confronto con alcune delle principali democrazie mondiali, dalle quali emergono spunti interessanti e possibili aree di miglioramento per il nostro Paese, da attuare quanto prima, in un quadro internazionale in rapido deterioramento.
In particolare evidenzia come negli Stati Uniti, in Svezia, in Giappone e in Francia si sia affrontato per tempo questo delicato tema, prevedendo strumenti e modelli organizzativi atti ad affrontare possibili scenari critici, come quelli che stiamo vivendo.
Un sistema particolarmente organizzato appare quello francese, come si evince da questo passaggio del rapporto: <<In Francia, la prima struttura pubblica deputata alla centralizzazione dei dati economici che possono avere rilievo strategico risale al 1994: l’intelligence economica come strumento fondamentale di guerra risponde al bisogno di prevenire i comportamenti economici di Stati ed organizzazioni. L’approccio francese alla questione è stato, e sembra esserlo tuttora, di tipo bottom-up: un gruppo di accademici pionieri ha diffuso i concetti dell’intelligence economica inizialmente nelle università, per poi “contaminare” con le proprie teorie sia le strutture pubbliche, sia le aziende private, contribuendo fattivamente alla nascita di una cultura di intelligence economica. In tale modo la classe dirigente francese di ogni livello, pubblica e privata, ha potuto facilmente acquisire le basi concettuali per comprendere le modalità con cui intraprendere azioni offensive e difensive in un regime di guerra economica. A livello capillare, sono le Camere di commercio francesi a diffondere la conoscenza di pratiche di intelligence economica e delle strutture a cui rivolgersi, pubbliche e private, per le diverse esigenze delle singole aziende. Non a caso, uno dei vantaggi francesi è l’aver coniugato intelligence economica (IE), business intelligence (BI) e competitive intelligence (CI) creando una struttura parastatale, la partecipata pubblico-privata Agence pour la diffusion de l’information technologique (ADIT,), che svolge regolarmente attività di BI e CI e, al contempo, supporta l’IE francese all’occorrenza. ADIT risulta, così, la sintesi di un concetto olistico dell’IE e di un interesse pubblico per gli affari economici che si spinge capillarmente fino alla consulenza rivolta alle Piccole e medie imprese (PMI). Sempre in tema di collaborazione con il settore privato, il Governo francese ha avviato in parallelo, da circa dieci anni, un’attività divulgativa a livello di Camere di commercio, con coinvolgimento di ordini professionali ed associazioni di categoria, per la diffusione di alcune best practices che spaziano dal tema della sicurezza dei dati (cybersecurity) fino alla modalità con cui condurre un attento monitoraggio del mercato e della concorrenza. In Francia, le attività di targeting economico finanziario sono responsabilità del Ministero dell’economia, dell’industria e del digitale (MEID). Presso la Direction générale des entreprises (DGE), posta all’interno del MEID, e più in particolare presso il Service de l’information stratégique et de la sécurité économique (SIS-SE), sono concentrate le seguenti attività: identificare i settori, le tecnologie e le imprese rilevanti per gli interessi economici, industriali e scientifici della Nazione ed accentrare le informazioni strategiche; concorrere all’elaborazione della policy governativa in materia di investimenti esteri; informare le Autorità circa persone, imprese ed organismi che rappresentano un interesse o una minaccia per le priorità strategiche del Paese; contribuire o monitorare il rispetto della legge sulla diffusione di documenti riservati. Il Commissario all’informazione strategica e alla sicurezza economica o CISSE (Commissaire à l’information stratégique et la sécurité économique), nominato con decreto presidenziale, sovrintende a tali attività e, al contempo, assicura il coordinamento con gli altri Ministeri del Governo e con i Servizi di intelligence. In tal modo, inglobando il MEID nel ciclo intelligence, il Governo francese agevola i Servizi di sicurezza nella funzione di targeting, rendendo chiaro e sempre aggiornato l’elenco di interessi strategici (aziende, persone, tecnologie) da tutelare>>.
Abbiamo esattamente bisogno di questo e non solo: la buona notizia è che sarebbero già disponibili buona parte degli strumenti necessari e le relative infrastrutture digitali. Quello che ancora manca è una chiara volontà politica in tal senso, che dia vita ad un coordinamento stabile e incardinato in una organizzazione specifica dedicata a livello centrale e all’attivazione, sul territorio, di quella rete capillare necessaria che, come sul modello francese, ben potrebbe essere rappresentata dalle Camere di Commercio, a tutti gli effetti enti pubblici di prossimità con il mondo dell’impresa e delle professioni, che già dispongono di potenti mezzi informatici e di Business Intelligence, quanto mai utili se ben indirizzati.
*Enrico Argentiero, esperto di mercati internazionali