LA VARIANTE DI SINISTRA (contro la Meloni)

Un urlo nella notte, il volto della disperazione, lascia un’angoscia nell’animo il dipinto di Munch. Mi rattrista e mi riporta alla memoria un’immagine di anni fa. Una mattina di sole in Costiera Amalfitana. Su un muretto che costeggia un precipizio sul mare un uomo gridava il suo tormento. Inveiva contro la vita o una donna. Minacciava di buttarsi giù. Era disperato, era l’immagine non dipinta ma vivente della disperazione. Quel giorno lo salvarono l’aspirante suicida.

Chissà quale fu poi il suo destino. In lui rimase forse per sempre la disperazione, che è morte, morte dentro. Da allora ho sempre avvertito un senso di cristiana pietà di fronte a chi ha nel volto o nei comportamenti il dramma della disperazione. Così quando ho ha appreso da un post di Lettera22 la sortita di uno storico dell’Università di Siena, pupillo del Pd, già assessore di una giunta rossa. Ebbene questo fine intellettuale si è esibito in una trasmissione radiofonica, assieme ad altri complici consenzienti, con volgari insulti nei confronti di Giorgia Meloni ” Vacca, scrofa, rana dalla bocca larga… ecc.ecc.” Uno dei tanti esempi di odio viscerale da parte di esponenti di sinistra. Odio che genera reazioni. “Ė un pezzo di m….” il mio primo commento nel post. Più tardi l’ho cancellato. No non merita neppure commenti quel povero professore. È in preda alla disperazione, lui come tutta la sinistra. Sono disperati, meritano un cristiana compartecipazione.

Me lo immagino, misero professore, lui che fin da ragazzo aveva creduto magari in buona fede nella sinistra e ora la vede annegare nella melma. E allora urla, si dispera, odia quella donna che contribuisce a mettere in ginocchio quei votati al fallimento. Squallido professore che preso poi dalla paura chiede scusa. Compassionevole professore, che tuttavia ha ha avuto il merito di svegliare Mattarella, il Presidente sempre così attento nei confronti del Pd, questa volta neppure lui ha potuto fare l’indifferente ed ha espresso con una telefonata la sua solidarietà a Giorgia Meloni. La disperazione, appunto, brutta bestia. Quella del professore, del Pd dei CinqueStelle. Pensate che dolore per il buon Zingaretti, per il suo consigliere Bettini, per gli stellati orfani di Conte e per tutti quelli dell’arco incostituzionale contrario alle elezioni. Con un colpo d’ingegno si erano inventato l’Intergruppo della vecchia maggioranza parlamentare senza accorgersi che un eventuale Intergruppo della nuova e vera maggioranza del Paese, quella di centrodestra, avrebbe fatto loro mangiare la polvere. E che dire di Leu? Tre parlamentari, una scissione e un ministro in premio. Un’alchimia che la scissione dell’atomo a confronto sembrerebbe un gioco da ragazzi. La disperazione dei vili trova sfogo sempre in una donna.

Nella vita come in politica. Cosi un altro storico di sinistra, un negazionista delle foibe, anch’egli raffinato uomo di cultura democratica e antifascista ha licenza di definire “zocc…” la Meloni. A proposito, ma la Boldrini non si indigna? Ma no, povera Boldrini, non si è accorta questa volta delle offese a una donna, solo perché stavolta la donna è di destra. Povera Boldrini, forse anche lei è in preda alla disperazione almeno quanto la Gruber come appare ogni sera in tv. Anche la stampa democratica e liberista si unisce al coro facendo ironia becera su una bambina che ha la colpa di essere la figlia di GIorgia Meloni.

Poveracci, sono seminatori di odio a loro insaputa, perché l’odio lo hanno dentro e ora gli si rivolta contro. Non basta nemmeno il Covid a tenerli ancora a galla. Ormai sono in coma colpiti da una variante, la variante di sinistra.

*Angelo Belmonte, giornalista parlamentare

Ribaltone Pd-5 Stelle & rivincita a destra. Sogno di una notte di mezza estate

«Allora dimmi che vuoi, 6 numeri per il Superenalotto? No? Ho capito, vuoi sapere qualcosa di più complicato, se lei ti ama, quanto e fino a quando. Le risposte sui problemi di cuore sono le più difficili e costose». Si fa chiamare Merlino tanto per darsi le arie da mago e tentare di sbarcare il lunario. Magari all’anagrafe è registrato come Peppino Esposito o Aristide Brambilla o poco importa. Lui legge il futuro a pochi soldi per sopravvivere al presente. Fortuna, amore, gelosie e fedeltà a trenta euro e se il cliente abbocca anche a cinquanta.
             «Senti Merlino, non mi frega niente di numeri o di donne alla mia età. Quel futuro è alle spalle. E poi non credo che tu possa predire o favorire quel che accadrà. Sono venuto qui per curiosità o per gioco. Nella mia carriera ho seguito cronache che sono diventate storia. Nei palazzi del potere. Ma dopo una certa età il tempo strige e non sono sicuro di vedere ora come andrà a finire. Mi racconterai fandonie, ma raccontami lo stesso. Vabbè voglio bruciarmi cento euro. Conte, Salvini, Di Maio, Mattarella questi i personaggi. Fai tu l’autore».
           Immagini di averlo messo in difficoltà il mago disgregando il suo repertorio consueto fatto di sesso, sangue, soldi e sentimento. Invece Merlino si concentra un attimo e poi sviscera lo scilinguagnolo in un politichese stretto che sembra scaturire da Porta a porta.
              Mette le dita sulla sfera di cristallo, la fissa a lungo e profferisce.
              «Vedo, vedo vedo….e no, non la vedo lunga l’azione di governo di Salvini. Vedo forze che lo stringono in un angolo. Anime belle e sante che non possono accettare porti chiusi e respingimenti. Intellettuali, attori, musici, prime donne e comparse, scrittori e giornalisti, preti e cardinali, presidenti e gregari tutti contro uno. Sì questo Salvini ha i giorni contati. Non reggerà l’urto.»
             Sorprendente il mago, ma che vuoi che ne sappia lui di politica. E poi non mi convince il fatto che invece del mantello azzurro con le stelle, abbigliamento tipico di ogni mago che si rispetti, costui indossi una maglietta rossa.
                    «Allora signor mago, che farà il mattarellato Salvini, solo soletto contro il mondo intero?»
                    «Vedo, vedo nella mia sfera di cristallo…vedo questo ragazzone che vorrebbe resistere e non mollare…lui è sicuro di avere il popolo dalla sua parte… Ma cos’è questo spread che continua a crescere? E cresce pure il malessere degli alleati grillini….Matteo, Matteo, con la metà dei voti vuole dettare la linea di governo…No, non può. Tanto più che se Conte tace Di Maio c’è e batte un colpo, anzi due: vitalizi, lavori precari..mai più, anzi un po’, poi si vedrà. E poi le pensioni, tagliare le pensioni sopra i quattromila euro…Il popolo pentastellato esulta. Quello che ha votato Lega un po’ meno, anzi per niente. Viene l’autunno ed ha gli occhi della crisi».
                «La crisi signor mago? Vuol dire che Salvini molla Di Maio e si torna al votare?»
                «Ma dove vive lei, in un regime democratico? No, non si torna al voto». Ribatte il mago. E disegna lo scenario del futuro.
                 «L’ora è grave e il Presidente tesse la tela per salvare il Paese. Gran trambusto e via vai al Quirinale. Poi dal cilindro ecco la soluzione. Nuova maggioranza di pentastellati con Pd, sinistra di ogni colore con l’aggiunta di centristi-democratici, radicali, neo-responsabili e chi più ne ha più ne metta. Tutti uniti in difesa della democrazia. Si vara il nuovo governo. È l’ora di Fico. Salvini fuori dal coro assieme a Meloni. Berlusconi: “Vengo anch’io?” Si ricompatta all’opposizione il centrodestra in tutto o in parte quasi a Natale, mentre il Governo va a gonfie vele. L’ Europa di Bruxelles applaude. Scende lo spread, scende come mai era sceso prima. Riprendono gli sbarchi. Torna l’accoglienza. Si riaccende il sorriso sul volto delle anime belle. Tutti contenti. Anche all’ Eliseo e in Vaticano. Beh, allora si può varare anche la legge dello ius soli che era stata accantonata. È vero, si può. E avanti anche con i diritti civili. L’adozione possibile per le coppie gay. E l’eutanasia? Si può tralasciare la legge sull’eutanasia?»
           «Signor mago mi sa che lei sta dicendo un sacco di c…zzate. Di fronte a uno scenario del genere il popolo che ha votato Salvini, Meloni e Berlusconi insorgerebbe…»
            «Guardi, io sono un mago, una persona seria, non un politico. Le dico che andrà così. Si ricorda di Boldrini, Saviano, Gino Strada, Vauro il vignettista e dei preti impegnati, da don Ciotti a Zanotelli? Torneranno tutti e tutti assieme a celebrare il pericolo scampato. La tv e i giornali diranno che le cose vanno bene e anche se l’occupazione cala, prima o poi con l’auto di Bruxelles quella precaria potrebbe aumentare dello 0,000001%».
              «Lei dice? Più che predire il futuro lei mi sembra voglia rinverdire il passato….. Vabbè, ma poi che succederà? Alle elezioni europee del 2019 sarà il trionfo del sinistra-centro rinnovato?»
                  Merlino non risponde, farfuglia qualcosa. Fa capire che lui più in là non può andare nelle previsioni se no mette a rischio la sua licenza di mago. Mette le mani sulla sua sfera di cristallo per impedire che io vada a curiosare. Ma vedo lampeggiare un 60% dalle parti della destra. Vedo un castello di carte rosse cadere e nuove elezioni politiche… vedo vedo vedo… no, non sono un mago…ma inseguo ancora miraggi. Esco dalla casa del mago. Lungo la strada su un muro malandato scorgo una scritta: «Liberate Salvini dai Cinquestelle!».
*Angelo Belmonte, gionalista parlamentare

Renzi perde le "ali". La destra adesso ha l’occasione di segnare la storia

La doppia rinuncia di Angelino Alfano e Giuliano Pisapia segna la rotta della sinistra e nello specifico la disfatta di Matteo Renzi. Il passo indietro di Pisapia apre, infatti, la strada ad una sinistra alternativa al Partito Democratico che con Grasso, e forse con la Boldrini, potrà contare su un forte appeal su quello che era l’elettorato della “Ditta” di Bersani. D’Alema sta maturando la sua vendetta!
Con questa legge elettorale, che Renzi arrogante e spavaldo ha proposto, il suo partito rischia di perdere anche collegi tradizionalmente di sinistra. Di converso, il centrodestra potrebbe conquistare la maggioranza dei collegi uninominali rasentando la maggioranza parlamentare…La rinuncia di Alfano, peraltro, sancisce la fine del progetto di Alternativa Popolare. Molti dei suoi esponenti potrebbero direttamente transitare nelle fila del centrodestra, nella speranza di trovare ospitalità. Lo schema che Renzi aveva ideato, insomma, sfuma in un sol giorno. Il Pd non avrà più due ali, al centro a a sinistra, dovrà far praticamente da solo con alleati privi di qualunque forza e credibilità e senza leadership.
Diverso lo schema nel centrodestra dove Berlusconi, Salvini e Meloni hanno invece una sempre più nitida rappresentanza politica, ciascuno forte della propria leadership, come ha dimostrato da parte sua anche il congresso di Trieste di Fratelli d’Italia. Peraltro, anche le due liste che Berlusconi sta allevando, una più cattolica con Cesa, l’altra più laica, con Costa & company, per quanto variegate rappresentano comunque un valore aggiunto.
A questo punto, occorre fare il massimo sforzo per raggiungere pienamente l’obiettivo della maggioranza parlamentare, perché altrimenti il rischio serio è che di fronte ad una situazione di impasse nel nuovo Parlamento, Berlusconi sia “costretto” ad offrire proprio a Renzi, finalmente libero di Alfano e Pisapia, il nuovo patto istituzionale, non più al Nazareno ma direttamente ad Arcore, portando indietro la lancetta di una decina d’anni, quando ricevette l’allora sindaco di Firenze, rimanendone colpito.
Il centrodestra ora ha i numeri per vincere e governare ma deve raggiungere il risultato della maggioranza parlamentare e deve avere un chiaro organico programma di governo, condiviso e realizzabile. Altrimenti, la rinuncia di Alfano e di Pisapia paradossalmente potrebbe favorire il nuovo compromesso tra Berlusconi e Renzi (a parte invertite). Ora il centrodestra ha il dovere di vincere. La Destra può segnare la storia.

*Adolfo Urso, senatore FdI