Caro direttore, mi permetto di scriverle per evidenziare come il cosiddetto decretone appare modesto nella visione e nelle azioni, frastagliato in numerosi rivoli ed in forte ritardo rispetto alle necessità. Evidentemente non ci sono risorse o non sono capaci di trovarle. Solo debito, tanti debiti che pagheranno le prossime generazioni.
Piccole e modeste risposte a pioggia ma soprattutto colpisce ciò che nel decreto non c’è. Neanche paragonabile con ciò che è stato messo in pista dai nostri maggiori vicini/ competitor europei. La sola Germania ha già distribuito oltre mille miliardi di euro!
Questa doveva essere l’occasione non soltanto per tamponare le contingenze ma tracciare una strategia coraggiosa per cambiare il Paese a cominciare da una profonda riflessione sul fisco ed una rivoluzione sulla semplificazione, norme agili per gli appalti, norme semplici per consentire a chi deve firmare di farlo senza la paura delle procure dai funzionari e dirigenti pubblici fino ai bancari. E per il futuro riaperture con norme ed orari molto flessibili, senza troppi vincoli affidandosi al buon senso degli italiani i quali non hanno piacere di ammalarsi.
Le imprese devono riaprire in condizioni di produrre reddito sia per se stessi che per le future tasse che dovranno pagare altrimenti il Paese non ce la farà. Gli imprenditori sono responsabili e useranno le precauzioni necessarie. Ma ci vuole responsabilità anche da parte dello Stato. E questi governo purtroppo non l’ha dimostrato.
Artigiano Italiano