La ripresa sarà trainata dal digitale

Nei prossimi 12/24 mesi si deciderà il futuro delle aziende, delle imprese pubbliche, delle organizzazioni e degli stati e tutto passerà attraverso la comunicazione digitale e l’utilizzo dei nuovi strumenti sempre più tecnologici e alla avanguardia. Oggi al solo pensiero del telefono a rotella, al telex, al telefax, al megafono, alla filodiffusione, alla tv analogica, alla tv in bianco e nero, ci viene da sorridere. Per molti, ancora oggi, il computer, il drone, lo smartphone, la tv satellitare in 3d, le App, i social, sono strumenti di non facile approccio e talvolta di difficile accettazione se non addirittura di rifiuto.

Ma se vogliamo rimanere al passo col mondo che ci circonda e dire la nostra, l’immediato futuro ci chiede uno sforzo senza precedenti. Il 5G, l’intelligenza artificiale, i bot, i big data e i social stessi prenderanno il sopravvento e ci guideranno verso una società automatizzata e digitalizzata sulla quale fonderà le basi la nuova economia mondiale. Aziende private, imprese pubbliche, organizzazioni e gli stati stessi non potranno farne a meno, pena il loro inesorabile declino. Il domani è già “oggi”, l’intelligenza artificiale non è altro che un algoritmo che assume comportamenti “razionali” pronto a compiere azioni e dare risposte che si basano sull’interazione con gli esseri umani, sull’interpretazione del contesto, sia culturale che ambientale o sul riconoscimento di elementi fisici.

Sono molte le aspettative che riguardano l’evoluzione cognitiva della tecnologia, mentre gli esperti già sviluppano applicazioni intelligenti in campo medico o capaci di rendere elettrodomestici ed automobili veri e propri smart sistems, gestibili attraverso l’utilizzo delle applicazioni da mobile. Proviamo ad entrare nel vivo dell’argomento e pensiamo ai bot di Apple, in particolare all’assistente “SIRI” degli IPhone. Basta pronunciare un semplice “hey Siri” e subito dal cellulare una voce risponde facendoti capire che attende la formulazione di una domanda. Si può chiedere quasi tutto, quale sia il clima meteorologico in quel momento in un determinato luogo, qual è stato l’ultimo risultato dell’Atalanta nel campionato di calcio in serie A, o addirittura quando è stato firmato l’ultimo DPCM dal Premier Conte. Il Bot di Apple “Siri” risponde in pochi secondi ed il gioco è fatto.

Alexa è il software dell’intelligenza artificiale di Amazon che oggi risponde alle domande dell’utente ma a breve governerà il business della piattaforma. Fin qui nulla di nuovo o di trascendentale, anche perché si può pacificamente dire che l’intelligenza artificiale è nata nel 1956 con l’avvento dei primi computer. Oggi l’intelligenza artificiale è il settore dell’informatica che studia la programmazione e progetta sistemi hardware e software che interagiscono con l’uomo utilizzando caratteristiche tipiche del genere umano. L’intelligenza sociale è invece quella che percepisce il tono di voce, il contesto, le abitudini, gli spostamenti, i contatti, il tipo di relazione, i gusti e i sentimenti. Con questi presupposti giocheranno un ruolo importante i social media, i big data e il famigerato 5G. Si giocherà tutto il nostro imminente futuro nei prossimi 12/24 mesi sia sotto il profilo dell’intelligenza sociale, sia sotto il profilo dell’intelligenza corporeo – cinestesica, (interpretazione del linguaggio del corpo), ma ancor più importante è che questi strumenti accompagneranno inevitabilmente il nostro sviluppo economico.

La comunicazione fonda la sue basi sulla semiotica, sulla psicologia, sul bisogno, sul valore, elementi che fino ad oggi sono stati letti ed interpretati dall’uomo, da professionisti, ma da qualche anno questi elementi hanno iniziato ad essere letti ed interpretati anche dai software e dai loro algoritmi creati ad hoc da ingegneri informatici sulla base dei comportamenti umani. Con il 5G, le compagnie telefoniche come Wind Tre e Vodafone, i social media come Facebook ed Instagram, le piattaforme quali Google e Microsoft , le imprese leader nella telefonia quali Huawei ed Apple, le piattaforme di Amazon piuttosto che Alibaba godranno degli investimenti in tecnologia pronti a suddividersi il mercato dell’intero pianeta. Una spartizione Asia-Occidente che taglierà fuori il vecchio continente salvo non si intervenga massicciamente in difesa dell’economia europea e dei singoli Stati che la compongono.

Come? Innanzi tutto frenando, con forti incentivi a restare, la cosiddetta fuga di cervelli verso l’estero, in seconda battuta, organizzare delle grandi piattaforme di e-commerce misto pubblico-privato che contrastino i colossi già presenti sul mercato dell’ online. La Cina ci ha insegnato una cosa su tutte: non ha inventato nulla e ci ha sovrastato nei nostri settori tipici, depredando asset e mercati di sbocco già esistenti. Noi dovremo fare lo stesso con loro, in particolare sul commercio e sulla promozione dei nostri prodotti e servizi, uscendo dal profondo provincialismo in cui ci siamo insabbiati. Servono importanti asset online che sotto il controllo dei governi europei, promuovano, salvino ed incentivino (nel nostro caso) l’offerta turistica, l’alimentare, la moda, il design, l’arredamento, la cultura e la storia sia verso il mercato domestico che in chiave di export. Serve un nuovo approccio nel marketing e nella comunicazione online che porti aziende ed organizzazioni a fare rete, scacciando così quell’individualismo sfrenato che si è autoalimentato durante il successo delle PMI, che oggi, come dimostrato dalla pandemia, non rende più competitive.

*Stefano Lecca, dirigente A.I.A.