Mentre l’Italia ancora ricorda con una certa soddisfazione la consegna a Ciampino alle nostre autorità del terrorista rosso Cesare Battisti, come un fulmine a ciel sereno irrompe nel dibattito politico un pronunciamento della Procura generale della Repubblica di Brescia che concede il beneplacito alla concessione della grazia per un altro terrorista, Heirich Oberleiter, cittadino italiano, condannato all’ergastolo per avere consumato una lunghissima scia di delitti negli anni sessanta in Alto Adige.
Sulla sua fedina penale le condanne per omicidi e agguati a militari, attentati esplosivi in esercizi commerciali gestiti da italiani, il tutto sulla spinta di una rabbia secessionista sconfitta dalla storia ma che ha lasciato sul campo lutti, distruzioni e ferite ancora aperte.
Il parere sulla grazia per Oberleiter è stato richiesto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Sarebbe incomprensibile proprio mentre l’Italia annuncia di volere pretendere ed ottenere, come è accaduto per il leader dei Proletari armati per il comunismo Cesare Battisti, la riconsegna dei terroristi espatriati per sfuggire alla Giustizia italiana, che venisse concessa la grazia ad uno stragista come Heinrich Oberleiter che non ha mai nemmeno scontato un solo giorno di galera, che non si è mai pentito e che vive da decenni fra Austria e Germania. Il parere favorevole espresso dalla Procura generale di Brescia rischia di assumere un significato politico.
Da una parte quindi l’Italia restituisce alla Giustizia terroristi sfuggiti alle sue maglie e che hanno condotto vite dorate all’estero, fra Francia e Brasile, dall’altra l’Italia potrebbe invece graziare uno di quelli che erano chiamati in modo tragicamente ironico i “quattro bravi ragazzi della Valle Aurina”, criminali che hanno fatto strage di militari e che hanno seminato di bombe ed odio negli anni Sessanta l’Alto Adige prima di fuggire in Austria dove hanno condotto vite serene e protette fra circoli intellettuali e manifestazioni politiche ispirate ad un sentimento fortemente antitaliano.
La grazia, che è una prerogativa del Capo dello Stato, sarebbe di certo un segnale in controtendenza rispetto agli annunci del Governo di pretendere di riavere in Italia i condannati scappati all’estero.
Non ci sono terroristi buoni e terroristi cattivi. Quelli secessionisti ed antitaliani che hanno operato in Alto Adige uccidendo e distruggendo sono della peggiore specie.
Per questo ci siamo appellati al Governo ed al Consiglio provinciale di Bolzano (dove si è insediata per la prima volta una giunta Svp/Lega) perché esprimano una posizione chiara e contraria a questa sorta di “riabilitazione” per gli uni mentre per gli altri dovrebbe scattare la caccia internazionale.
*Alessandro Urzì, consigliere regionale e provinciale FdI – L’Alto Adige nel cuore