Presentata la Scuola di Formazione di Farefuturo da Urso, Alberoni, De Masi, Tremonti e Terzi. Anche Joshua Wong tra i “docenti”.
“Merito e competenza per una nuova classe dirigente che abbia a cuore l’interesse nazionale e che sappia come tutelarlo in ogni occasione”. È questo l’obiettivo della Scuola di Formazione di Farefuturo presentata a Roma in sala Nassyria al Senato, in una web conference a cui hanno partecipato, con il presidente Adolfo Urso, senatore di Fratelli d’Italia, anche Francesco Alberoni, Domenico Masi, Giulio Tremonti, Giulio Terzi, Marco Gervasoni, Gianluca Brancadoro e il segretario generale della Fondazione Mario Ciampi, in rappresentanza del corpo docenti. Tra gli altri, anche il leader della protesta giovanile di Hong Kong, Joshua Wong, che svilupperà la tematica della libertà.
Il Corso si articola in un “glossario nazionale” che individua attraverso le chiavi del lessico i nuovi orizzonti e i nuovi confini dell’Italia e degli italiani nell’epoca della globalizzazione: rischi e opportunità, idee e progetti. Il corpo docente è formato dagli autori del Rapporto sull’Interesse Nazionale “Italia 20.20” e dai componenti il Comitato scientifico della Fondazione. Tra gli altri, oltre quelli citati, anche Ernesto Galli della Loggia, Pietrangelo Buttafuoco, Agostino Carrino, Guido Crosetto, Luigi Di Gregorio, Maurizio Leo, Alessandro Mangia, Giampiero Massolo, Andrea Margelletti, Luigi Paganetto, Carlo Pelanda, Paolo Peluffo, Paolo Quercia, Beniamino Quintieri, Giampaolo Rossi, Gennaro Sangiuliano.
“Ci rivolgiamo – ha affermato Urso – a tutti coloro che credono nella nazione come comunità di destino per formare una classe dirigente competente e coerente, consapevole di quanto importante sia difendere identità e interessi nazionali nel contesto europeo e occidentale. Nel corpo docente vi è il meglio della cultura italiana, idee e analisi sicuramente interessanti per chiunque voglia andare oltre i luoghi comuni, comunque stimolanti anche quando non si condividono. La competenza e quindi il merito devono tornare nella politica e nelle istituzioni italiane”. “Il sapere di carattere generale è minacciato dalla mondializzazione”, ha affermato il sociologo Francesco Alberoni. “Il nostro pensiero è formato più da Amazon che dalla scuola, segue solo i meccanismi economici del consumismo. Dobbiamo reagire“. Il tema del “lavoro” sarà sviluppato da Domenico De Masi, il quale – ha evidenziato Urso – è sempre interessante ascoltare anche quando non la pensiamo come lui. “La progressiva riduzione del lavoro – ha detto De Masi – richiede una ristrutturazione globale, sociale, economica, produttiva. Cambia il tempo ma anche la qualità del lavoro. Il lavoro non sarà più centrale nella vita dell’individuo, ciò significa ridefinirlo“. “Esiste – ha aggiunto Tremonti – una asimmetria tra mondo globale e diritto locale che va colmata. L’Europa si è messa finalmente nel lato giusto della storia, riprendendo proprio le proposte italiane“. “Dobbiamo rilanciare l’Atlantico”, ha affermato l’ex ministro Giulio Terzi, “Non solo come necessario per la nostra Difesa ma come elemento per i nostri valori, la nostra cultura, la nostra politica“. Per Gianluca Brancadoro “il gigantismo è indotto dalla economia digitale e richiede l’intervento delle istituzioni, a cominciare dalla UE. Dobbiamo far valere il nostro interesse nazionale”. Marco Gervasoni ha evidenziato che “nella ridefinizione del glossario nazionale, sempre più centrale è proprio la rivisitazione del concetto di conservatorismo. Valori e interessi Nazionali”. Infine, il segretario generale della Fondazione Mario Ciampi ha sottolineato che “l’interesse nazionale è un tema importante a volte relegato in un angolo del dibattito pubblico come se fosse un sottoprodotto del nazionalismo, ciò perché spesso le élite hanno dato prova di non essere troppo vincolati da sentimenti di lealtà nazionale”.