Esteri

La nuova egemonia USA

Sono stati mesi a dir poco molto da “montagne russe” sullo scenario globale. In particolare, nelle ultime settimane una nuova guerra sembrava mettere a rischio le speranze e le aspirazione di pace e un rischio di allargamento del conflitto in Medio Oriente.  In riferimento al nucleare iraniano che ha contrapposto il regime di Alì Khamenei e Israele del primo ministro Benjamin Netanyahu, gli Stati Uniti hanno bombardato i siti nucleari di Fordow,  Natanz e Isfahan  con i potenti aerei invisibili i B2. La decisione è stata presa da  da parte dal presidente Donald Trump dopo riunioni nella situation room.

Dopo i bombardamenti che hanno se non completamente distrutto gli impianti nucleari (e una risposta iraniana attacco alle basi statunitensi del Qatar senza danni e che le autorità iraniane hanno preventivamente avvertito gli Stati Uniti dell’attacco ritorsivo) almeno significativamente recato danni ai siti (come ammesso da fonti del regime) Trump ha imposto ai due Paesi in guerra una tregua, in particolare ammonendo  e “costringendo” il primo ministro israeliano a ordinare ai caccia di far ritorno nelle basi militari da dove erano partiti. Il recente vertice Nato ha portato la spesa per la difesa in prospettiva al 5% del Prodotto interno lordo. Inoltre il Vertice G7 dei ministri economici ha esentato dalla global minimum tax le aziende tecnologiche americane.

Molti hanno affermato che gli Stati Uniti del presidente Trump vogliano disimpegnarsi dalle criticità mondiali, affermazione riduttiva e bisognerebbe fare i conti con l’assetto geopolitico mondiale del 1945 e ristudiare e rianalizzare le conferenze di Teheran e di Yalta (penisola di Crimea)…

Chi ha fornito le armi con cui l’Ucraina ha resistito in maniera “efficace” in questi tre anni alla invasione russa e alla risoluzione del conflitto nel Donbass? A questa domanda dovrebbe rispondere, per dovere di verità…l’Amministrazione Trump primo mandato.

Nel suo secondo mandato il presidente americano sta riportando vittorie in patria sotto il profilo giudiziario. La Corte suprema con una maggioranza di 6 a 3 ha statuito che i tribunali non possono bloccare gli ordini esecutivi del presidente (le famose injunctions) in riferimento allo ius soli previsto dal XIV emendamento della Costituzione, cittadinanza per nascita sul suolo statunitense, quindi l’ordine esecutivo firmato il 20 Gennaio è in vigore…. La sentenza però non riguarda solo questo caso di specie, ma in maniera più estesa i poteri del presidente e dei suoi executive orders; gli ordini esecutivi sono lo strumento con cui il presidente può in maniera veloce e operativa incidere sulla realtà giuridica, amministrativa politica e sociale statunitense), sotto il profilo della politica economica (dazi e il big beatiful bill che ha avuto il via libera procedurale al Senato con 51 sì e 49 no, con due senatori repubblicani contrari che si sono uniti ai 45 dem, due sono indipendenti che votano sempre con i dem).

Prima del 2028, c’è un’altra partita importante le elezioni di midterm con il rinnovo dell’intera Camera dei Rappresentanti e il rinnovo di un terzo del Senato. Quel voto sarà determinante per la politica del presidente e per le nomine, soprattutto giudiziarie, in un azzardo di previsione e in un quadro politico mutevole il Gop potrebbe anche confermarsi maggioranza al Congresso… ma questo è solo un azzardo di previsione politica.

NB: Gli Stati Uniti rimarranno sempre la potenza egemone del pianeta e per capire il perché bisogna andare indietro nella Storia nel 1600, l’Europa era dilaniata dalla guerre di religione e dalla persecuzione per motivi di fede; e molti poi definiti padri pellegrini partirono dal continente alla volta degli Stati Uniti per costruire un nuovo futuro e una nuova Nazione, quelli che oggi si chiamano Stati Uniti d’America.

L’Europa o meglio gli Stati europei? Saranno sempre il continente coloro che hanno ceduto lo scettro di potenza egemone agli Stati Uniti.

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