Cultura, Economia

UN NUOVO UMANESIMO DALL’IA?

Il marketing come narrazione di sé trova nella fluidità dell’attuale mercato del lavoro un presupposto fondamentale, specialmente per i profili professionali medio-alti, ma in qualche maniera anche per i più bassi.

Il dato dell’esperienza, della storicità dell’individuo e del lavoratore cedono il passo al “cosa sai fare”, narrando quelle competenze, ma anche talenti, attitudini, predisposizioni che possono essere utili all’interlocutore di turno.
Stando all’esempio classico del mercato del lavoro l’interlocutore si presta ad essere pensato come un’azienda, ma al tempo dell’IA l’interlocutore a cui devi narrarti, fare self-marketing è tutto il mondo che ti circonda.

Non vale più il self-marketing narrando il se’ per permettere la competitività, che già era innovativo rispetto alla mera elencazione del CV, ma vale il narrarsi per creare la scintilla, la scaturigine, per generare, auto-generare un nuovo progetto di vita che va oltre il lavoro.
Non mi racconto all’azienda, non mi racconto nemmeno al mondo, ma narro a me stesso per conoscermi meglio grazie all’IA e perciò rigenerarmi, fuori da stereotipi, limiti geografici, di età, di cultura…

Faccio marketing col mio sé che non perde niente, che viene sezionato, scomposto, ricomposto e connesso, creando “sinapsi” algoritmiche più potenti di quelle neuronali.
Narrando il mio se’ creo l’occasione, l’intuizione, l’effetto imprevisto, ma virtuoso.

Narro ciò che so fare all’IA e ne salta fuori ciò che potrei fare e perciò metto in atto la forma piùspregiudicata di marketing, proiettandomi nel futuro, evolvendomi dal passato. Vado oltre, genero marketing, indirizzando l’interlocutore verso la possibilità, l’ipotesi, il futuribile.
Genero marketing: creo!

Ciò non solo nel dialogo con l’IA, ma nel quotidiano dialogo sociale che dall’IA trae spunto: narro generando futuro, senza coniugarmi al mero dato passato.

Chi non accede – ancora per poco – all’IA, può comunque intuire dal suo modo di agire come essa si basi su successive approssimazioni delle domande che l’IA fa a sé stessa per darci risposte soddisfacenti.

La stessa cosa che deve fare la persona, cercando meno risposte e più giuste domande nel porsi come soggetto del proprio marketing.
Ciò che sembra distruggere l’intuito lo rilancia, il genere umano si riscopre, come dato di natura, come fa l’animale che segue l’istinto naturale.

L’animale davanti a profumi, odori, istinti…il genere umano davanti a se’ stesso, al suo inimitabile tratto naturale, alla sua incopiabile ed incomputabile reazione umana, nel contesto della fine delle facili risposte e dell’inizio delle appropriate domande.
La narrazione di sé, oggi, va oltre il marketing, lo rigenera, lo riconduce alla preminenza dell’esperienza umana e naturale.

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