Elezioni europee, ci siamo. I partiti sono in febbrile attivismo. Le polemiche sono aspre, gli scontri frontali. Sui media si approfondiscono molti argomenti centrali per il futuro dell’Unione Europea, politica estera europea (più che mai centrale nella risoluzione della crisi ucraina e mediorientale per citarne alcune). Tra i temi la politica industriale, dalle case green alle auto elettriche, fino all’approvvigionamento di materie critiche, di nuove risorse energetiche essenziali per la transizione ecologica ed energetica verso la neutralità carbonica. C’è la prospettiva di una politica agricola comune, riforma del Patto di Stabilità e Crescita con una più incisiva sorveglianza sui Bilanci pubblici delle Nazioni che hanno adottato l’Euro come moneta unica, fino alla riforma della Banca centrale europea che dovrebbe non solo guardare alla stabilità dei prezzi, al controllo dell’Inflazione, ma sempre più all’Economia reale.
Tutti questi argomenti di riflessione e di riforme scaturiscono dai report di due ex Presidenti del Consiglio italiani Enrico Letta (sul mercato unico-interno) e di Mario Draghi (competitività del sistema europeo).
Di particolare attualità è anche il ritorno in Europa dopo cinque anni del Presidente cinese Xi Jinping e il vertice con il presidente francese Emmanuel Macron e il presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen con alcuni nodi da sciogliere in particolare i rapporti commerciale, le crisi globali e la sempre più pressante sovrapproduzione cinese (nel settore dell’automotive).
Sullo sfondo rimane il nuovo processo di Allargamento della Unione Europea con l’ingresso possibile di nuovi Stati, ricordando quello storico del maggio 2004, quando entrarono 10 Stati dell’Est Europa della ex cortina di ferro (aderenti, fino al crollo della Unione Sovietica 1989, del Patto di Varsavia).
Dal rinnovo del Parlamento europeo e dalla nuova maggioranza che si formerà, dipendono l’elezione del presidente dell’Eurocamera, il rinnovo della Commissione Europea a cominciare dal suo Presidente, del presidente del Consiglio europeo e dell’Alto rappresentante dell’Unione Europea.
Il Parlamento europeo è l’unica istituzione eletta direttamente dai cittadini degli Stati membri e il voto dei cittadini europei sarà centrale per i nuovi equilibri europei. Storicamente l’Unione europea è sempre stata retta da una maggioranza parlamentare che comprendeva i popolari, i socialisti e i liberali (curiosità storica nella legislatura 1999-2004 due vertici delle istituzioni europee Commissione e Parlamento furono membri del gruppo liberale, ELDR Romano Prodi e l’irlandese Pat Cox).
Una nuova maggioranza che comprenda forze di destra non è fuori dalla ragione (due presidenti del Parlamento furono eletti con una maggioranza conservatrice il nostro Ministro degli Esteri Antonio Tajani che vinse il ballottaggio contro Pittella dei Socialisti e democratici e l’attuale presidente Roberta Metsola eletta anche con i voti della Lega).
Il nostro Paese sarà centrale nei nuovi equilibri europei e dovrà avere più forza nel delineare la Nuova Europa, sia nei ruoli che si avranno sia nei programmi da attuare.
Un riequilibrio delle Istituzioni europee è fondamentale a vantaggio del Consiglio europeo (Consiglio che rappresenta l’Autorità) e un minor peso della Commissione Europea (che rappresenta il Potere nella costruzione europea).
L’Unione europea deve procedere al disboscamento della burocrazia di Bruxelles e alla semplificazione della produzione normativa ad esempio nel settore della Intelligenza Artificiale, se vogliamo deve liberarsi dellla reminiscenza della scuola storica di Von Savigny e della centralità del diritto codificato per poter competere sui mercati globali.
Tempo al tempo e la storia è più che mai in cammino verso il cambiamento profondo dell’Europa e del destino europeo.
Consigli non richiesti: accanto alle posizioni politiche di vertice, la nostra Nazione dovrà rivendicare alte cariche della burocrazia europea a cominciare dalla segreteria generale del Consiglio Europeo o della Commissione europea.