Esteri

G7 Italia, cabina di regia per l’Occidente

La presidenza italiana del G7, dal gennaio 2024, giunge in un momento di profondi mutamenti e incertezze negli assetti globali. La stessa struttura della globalizzazione è assai meno stabile rispetto a pochi anni fa, con crescenti fenomeni di competizione a volte conflittuale e di protezionismo. Ciò a sua volta rende volatili i rapporti tra grandi mercati internazionali e istituzioni politiche – per loro natura locali e soggette a pressioni sia interne che regionali.

Anche la dinamica dei BRICS “allargati” e del cosiddetto “Sud globale” – con la sua spinta antagonistica rispetto ai Paesi OCSE e alle maggiori agenzie internazionali – è uno sviluppo significativo che merita attenzione, sebbene presenti molte contraddizioni interne e al momento non possa realmente offrire un modello alternativo come sistema di regole e standard condivisi.

Questo sfondo va tenuto presente anche riguardo al G7 e al ruolo che vi potrà giocare l’Italia.

Si tratta di un foro di consultazione e coordinamento che aveva perso molta trazione e centralità negli ultimi anni, ma la situazione è cambiata rapidamente con l’invasione russa dell’Ucraina del febbraio 2022, coincidendo con una relativa perdita di importanza – almeno temporanea – del G20.

Il G7 agisce oggi come una sorta di cabina di regia dell’Occidente per la tutela del sistema internazionale “rule-based”; un sistema che può essere aggiornato e adattato, ma che resta nei suoi fondamenti un punto di riferimento.

L’Italia si trova a presiedere un foro ristretto che può comunque condizionare e orientare anche il quadro globale, sia in chiave di misure emergenziali e di breve termine, sia in chiave di indirizzi generali di medio e lungo termine.

La questione russo-ucraina resterà centrale, soprattutto in un’ottica di futura ricostruzione del Paese e di integrazione progressiva nelle istituzioni europee e transatlantiche.

Alla Cina sarà dedicata molta attenzione, trattandosi della maggiore sfida sistemica all’ordine globale, in tutte le sue dimensioni. Si deve convivere con Pechino, ma in modalità diverse rispetto al passato e senza una prospettiva irrealistica di trasformazione della Repubblica Popolare in una sorta di “democrazia socialdemocratica”.

In tale ottica, il “derisking” è la via maestra per rispondere ai tentativi cinesi di “coercizione economica”.

Una forma di competizione/contrapposizione tra Est e Ovest – seppure con caratteristiche specifiche rispetto alla guerra fredda del XX secolo – si svolge soprattutto nel continente africano. Un compito fondamentale per l’Italia è riportare l’Africa sull’agenda della UE, in particolare, favorendo gli sforzi europei per svolgere un ruolo più proattivo verso il continente.

Un tema relativamente nuovo sarà quello dell’Intelligenza Artificiale, per meglio impostarne gli aspetti tecnici e gestirne le molte implicazioni economiche, etiche, sociali e politiche. È una grande questione con un impatto strutturale sulle relazioni globali – a cui si devono aggiungere gli sviluppi (in parte connessi) nelle biotecnologie, nei microprocessori e nella fisica quantistica.

Ulteriori dossier sul tavolo del G7 saranno il clima, la sicurezza alimentare, la salute, la condizione femminile. Tutti temi che toccano moltissimo soprattutto i Paesi del “Sud globale”, essendo peraltro combinati tra loro nel “mix” delle politiche per uno sviluppo sostenibile, equilibrato ed inclusivo.

Su praticamente tutti i dossier, un forte asse USA-UE è comunque vitale, in particolare per evitare che le tensioni tecnologico-commerciali finiscano per ostacolare una forte cooperazione e un migliore coordinamento ex ante delle maggiori iniziative.

Così la stessa Presidente Meloni:

“Un focus chiave della Presidenza italiana sarà la difesa del sistema internazionale basato sulle regole. La guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina ne ha minato i principi e innescato una crescente instabilità, con molteplici crisi che si sviluppano in tutto il mondo.

Il G7 darà la stessa importanza al conflitto in Medio Oriente, con le sue conseguenze per l’agenda globale.

Il rapporto con le nazioni in via di sviluppo e le economie emergenti sarà centrale.

L’impegno con l’Africa sarà una priorità chiave. Lavoreremo per costruire un modello di cooperazione basato su partenariati reciprocamente vantaggiosi, lontano da logiche paternalistiche o predatorie.

L’Italia garantirà grande attenzione alla migrazione, insieme ad alcune delle maggiori sfide del nostro tempo, incluse il nexus clima-energia e la sicurezza alimentare.

Il G7 ha la responsabilità e il dovere di identificare, insieme ai suoi partner globali, soluzioni innovative.

Anche l’Intelligenza Artificiale sarà presente nel programma italiano.

Questa tecnologia può generare grandi opportunità ma anche enormi rischi, influenzando gli equilibri geopolitici.

È necessario sviluppare meccanismi di governance e assicurare che l’IA rimanga centrata sull’uomo e controllata dall’uomo, dando applicazioni concrete al concetto di algoretica”.

 

Nel quadro di questo complesso contesto geopolitico mondiale, il ministro Adolfo Urso si è trovato quindi  dover gestire il primo incontro presiedendo la parte veronese della riunione dei ministri industria, tecnologia e digitale.

La decisione di includere rappresentanti dell’industria e degli stakeholder nelle discussioni sottolinea un approccio partecipativo, mirando a un dialogo inclusivo che tiene conto delle diverse prospettive. Urso: “Abbiamo voluto farlo anche aprendo a una forma inedita…un confronto tra le istituzioni i governi e gli attori dell’industria e dell’economia” .

Il rinnovato focus del G7 su industria e tecnologia, ristabilito durante la presidenza italiana, evidenzia un mondo in cui l’innovazione tecnologica diventa un pilastro fondamentale per l’economia globale.

Le tecnologie emergenti, come l’intelligenza artificiale (IA) e le soluzioni sostenibili, aprono orizzonti vasti per le PMI, permettendo loro di ottimizzare operazioni, minimizzare costi e adottare pratiche eco-compatibili.

L’integrazione di tali tecnologie potrà catalizzare la crescita delle PMI italiane, rendendole non solo competitive a livello globale ma anche pionieri di un’etica aziendale responsabile e sostenibile.

La decisione strategica di includere paesi non membri del G7, come l’Ucraina, la Corea del Sud e gli Emirati, segnala un passaggio decisivo verso un approccio più inclusivo e collaborativo a livello internazionale.

Durante gli incontri anche bilaterali si sono analizzati il potenziale di collaborazioni tra le PMI italiane e le economie emergenti, ponendo particolare attenzione a come le innovazioni tecnologiche possano servire da catalizzatore per affrontare sfide comuni, quali la resilienza climatica, la sicurezza alimentare e l’accesso all’energia pulita, il tutto a favore di uno sviluppo sostenibile attraverso la condivisione di conoscenze, tecnologie e pratiche di gestione innovative.

L’Italia, con le sue forti relazioni strategiche ed economiche, specialmente con i paesi in via di sviluppo, si trova in una posizione unica per guidare un movimento globale verso l’innovazione e la sostenibilità.

Così lo stesso ministro: “Riaffermiamo il nostro impegno incrollabile ai principi dello stato di diritto, del dovuto processo, della democrazia e del rispetto dei diritti umani mentre sfruttiamo le opportunità dell’innovazione”.

Questo impegno è cruciale per assicurare che le tecnologie emergenti, come l’AI, siano utilizzate in modo che promuovano l’equità, la sicurezza e la prosperità globale.

Le PMI italiane al centro dunque; queste imprese, supportate da una rete di collaborazioni internazionali e incentivate dall’adozione di tecnologie all’avanguardia, possono tracciare la strada verso un’economia globale più giusta, resiliente e prospera.

L’Italia, con il suo impegno nei confronti dell’innovazione e della sostenibilità, emerge come una guida in questo movimento globale, promuovendo un futuro in cui tradizione e innovazione convivono armoniosamente per affrontare le sfide globali, con i valori umanistici e democratici sempre al centro.

L’Italia avrà dunque un’opportunità per consolidare il suo profilo internazionale in un  consesso che costituisce quantomeno un tassello del complicato puzzle del sistema globale.

 

 

 

 

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Enrico Zucconi è esperto di finanza d'impresa e mercati.

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