Esteri

Spagna, laboratorio

Le elezioni amministrative spagnole del 28 maggio sono andate secondo le previsioni, in verità per la destra la vittoria è andata al di là di ogni più  rosea aspettativa. Hanno pesato, da una parte, la figura ormai logora di Sanchez, ma soprattutto i suoi compagni di viaggio, la sinistra radicale di Podemos, Mas, Compromis e della Colau, che, dividendosi, hanno fatto un tonfo incredibile. Il Psoe ha perso, ma non vistosamente, ma la caduta dei suoi alleati ha fatto di una sconfitta una debacle impressionante: praticamente quasi tutte le regioni sono passate al cdx e anche le grandi capitali regionali. A Madrid, sia a livello comunale che regionale è stato un plebiscito con la governatrice di Madrid, la Ayuso stella nascente del PP, che ha avuto una vittoria storica con numeri impressionanti. Ma quello che ha fatto male al Psoe è stata la sconfitta in tutti i capoluoghi dell’Andalusia e anche nel governo regionale, tenendo conto che questa regione è sempre stato il più grande serbatoio di voti del Psoe un po’ come l’Emilia Romagna per la sinistra italiana. Ha fatto male ai socialisti anche la sconfitta non solo a Valencia, riconquistata dal PP dopo 8 anni ma anche nella regione valenciana, la più ricca dopo Madrid e la Catalunya.

La mossa a sorpresa di Sanchez è stata di anticipare a fine luglio le elezioni politiche previste per dicembre, una data stranissima per la Spagna che non ha mai votato in un periodo che per i suoi cittadini è già periodo di vacanze che qui solitamente vanno dal 15 luglio al 15 agosto.

Molti si sono domandati per quale motivo Sanchez abbia voluto anticipare, credo che da una parte sapesse bene che il secondo semestre non avrebbe avuto i risultati economici positivi che abbiamo avuto qui in Spagna  nei primi sei mesi dell’anno, e il forte deficit che il governo spagnolo ha incrementato in questi primi sei mesi, regalando mance a destra e manca,  avrebbe avuto una pessima ricaduta sul secondo semestre con il rischio di dover presentare un bilancio dello Stato con importanti tagli sociali  che avrebbero toccato pesantemente la sua base elettorale a pochi giorni dal voto nazionale.

Dall’altra, il rischio astensione, dovuto alla gente che va in vacanza, potrebbe rimescolare le carte, in queste elezioni amministrative, infatti, c’è stato un forte incremento dei votanti rispetto alle precedenti elezioni e si sono visto gli effetti, anche se in Spagna è molto facile votare per posta e mi sembra che gli elettori di destra questa volta siano più motivati di quelli di sinistra.

Sanchez inoltre spera che, alla luce del debacle elettorale, la sinistra radicale ritrovi l’unità che, per la legge elettorale spagnola, è fondamentale per avere seggi, essendo la legge elettorale delle politiche in Spagna molto simile a quella che si usava una volta in Italia alle provinciali.

La risposta di Feijoo, leader del PP e grande vincitore delle elezioni di domenica scorsa, è stata da una parte offrire un patto di governo regionale al Psoe per emarginare i partiti radicali e indipendentisti, in base alla quale governerebbe nelle regioni il partito che ha preso più voti garantendo  l’astensione del secondo e dall’altra per ora non intende scendere a patti con Vox per fare maggioranze laddove il PP non ha preso la maggioranza assoluta. Chiaro il messaggio tranquillizzante al voto moderato che in questa occasione ha premiato il PP e che potrebbe addirittura premiarlo maggiormente a luglio visto che il partito di centro, Ciudadanos, ha deciso di non presentarsi alle elezioni politiche di luglio e il voto del suo elettorato moderato è in libera uscita.

D’altra parte, il leader del PP sa bene che sui voti di Vox potrà sempre contare e alle prossime elezioni nazionali Vox rischia di fare un balzo in avanti molto forte. Infatti, alle amministrative Vox non ha avuto un grandissimo risultato, perché non essendo radicata bene nel territorio, a differenza del PP e del Psoe, hanno presentato liste solo nel 50% dei comuni in cui si votava e di conseguenza ha perso molti voti per strada, ma alle nazionali sarà un’altra partita e Vox presenterà liste ovunque.

La partita è appena iniziata è sarà dura per tutti, il sanchismo è ferito, ma non è morto, e l’attuale capo del governo, uomo cinico e spregiudicato tanto da fare patti anche con gli ex terroristi dell’Eta pur di governare, non mollerà così facilmente, ma l’onda lunga della destra si sente anche qui e il patto tra conservatori e popolari, che la Meloni auspica in Europa, qui potrebbe diventare realtà e forza di governo a fine luglio.

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Enzo Raisi Herrero, già parlamentare italiano di Alleanza nazionale, vive in Spagna, dove dirige due aziende leader nel settore delle Facility Services.

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