Charta Minuta, Politica estera

ITALIA-USA, NUOVA PARTNERSHIP?

Solo pochi anni fa, gli europei hanno trattato l’ascesa del populismo come un’ondata di maltempo. Erano sicuri che sarebbe passata rapidamente. Negli Stati Uniti, la sinistra pensava che il populismo sarebbe finito con la sconfitta dell’ex presidente Donald Trump nel 2020. Entrambi si sbagliavano.

Oggi in Europa crescono le fila dei governi conservatori. E mentre le recenti elezioni nazionali statunitensi non hanno visto l’“onda rossa” che molti avevano previsto, il “rivolo rosso” ha dimostrato che il conservatorismo rimane vivo e vegeto. I repubblicani hanno infatti ottenuto più elettori a livello nazionale rispetto ai democratici.

Oggi, i conservatori su entrambe le sponde dell’Atlantico sono incoraggiati, premendo per riforme volte a mantenere i loro popoli al sicuro, liberi e prosperi. Nei prossimi due anni, possiamo anche aspettarci che cerchino di indirizzare il sistema politico transatlantico in una nuova direzione.

Prendiamo l’esempio del nuovo governo conservatore italiano, che si sta rivelando una sorta di laboratorio politico per un nuovo blocco europeo in grado di rafforzare le relazioni transatlantiche. Il nuovo premier, Giorgia Meloni, è presidente del Partito dei Conservatori e Riformisti europei (ECR), in rappresentanza di 16 Paesi. Il governo italiano potrebbe essere un ponte tra l’ECR e il PPE (Partito popolare europeo), che rappresenta 81 partiti di 43 paesi. In effetti, queste due forze politiche includono, rispettivamente, Fratelli d’Italia e Forza Italia (due dei partiti che appartengono all’attuale maggioranza parlamentare in Italia).

Questo blocco rafforzerebbe l’opposizione alle irresponsabili politiche di migrazione/asilo dell’Unione europea e agli eccessi dei poteri e della burocrazia dell’UE, consolidando nel contempo gli impegni per la famiglia, per la libertà religiosa e per altri valori europei tradizionali.

Un simile partenariato europeo potrebbe emarginare il Partito dei socialisti europei, che comprende alcune forze politiche che hanno sostenuto posizioni filo-russe e filo-cinesi. Ad esempio, il Partito socialdemocratico tedesco è corresponsabile delle deplorevoli politiche di Angela Merkel che hanno reso la Germania e l’UE pericolosamente dipendenti dalla Russia per l’energia. Altre politiche di sinistra non sembrano granché migliori. Il cancelliere socialdemocratico tedesco Olaf Scholz ha recentemente rafforzato i legami di Berlino con Pechino, mentre il Partito democratico italiano ha sostenuto il nefasto accordo sul nucleare con l’Iran e negli ultimi anni ha avvicinato Roma alla Repubblica popolare cinese.

Un blocco PPE-ECR potrebbe anche rafforzare le relazioni transatlantiche, in parte perché il centrodestra europeo e i conservatori americani sono allineati su una serie di questioni, tra cui lo scetticismo sulla politica climatica; le questioni educative, familiari e di genere; l’immigrazione e la sicurezza delle frontiere; la pace attraverso la forza e il sostegno alla NATO.

Nell’ambito della politica estera, per esempio, le azioni della Meloni promuovono una causa comune in tutto lo spazio transatlantico. Una delle sue prime iniziative fu quella di rafforzare i legami con la Polonia. Varsavia è in prima linea contro la Russia all’interno dell’Alleanza Atlantica ed è un fedele alleato americano. Inoltre, la Meloni punta chiaramente ad abbandonare la sudditanza italiana all’asse franco-tedesco e vuole invece a porre Roma al centro di una nuova rete internazionale insieme a Stati Uniti, Polonia e (forse) Gran Bretagna.

Tale strategia è probabilmente la causa della recente irritazione francese nei confronti dell’Italia. Formalmente, la crisi diplomatica tra Roma e Parigi è scoppiata a causa di dissapori sull’immigrazione clandestina. È probabile, tuttavia, che Emmanuel Macron stia cercando di ostacolare politicamente l’Italia perché teme che la Meloni possa rafforzare le relazioni transatlantiche. Dal momento che le relazioni tra Francia e Stati Uniti sono state notevolmente tese sia sotto Trump che sotto Biden, Macron è turbato dalla linea filo-americana della Meloni e dalla sua mancanza di arrendevolezza nei confronti di Parigi.

Tutto ciò potrebbe essere una buona notizia per le relazioni transatlantiche, in particolare se gli elettori dall’altra parte dell’Atlantico continueranno a spostarsi a destra. Il tempo lo dirà.

Le elezioni presidenziali statunitensi e le prossime elezioni parlamentari europee si terranno nel 2024. I prossimi due anni potrebbero quindi essere cruciali per la costruzione di un nuovo partenariato conservatore transatlantico. Mentre molti a sinistra hanno predetto che l’ascesa del populismo avrebbe minacciato la comunità transatlantica, i conservatori potrebbero essere il collante che unirà questa stessa comunità.

Questo articolo è apparso sul Washington Times il 20 dicembre 2022

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Stefano Graziosi scrive di politica estera su più testate, tra cui La Verità e Washington Times. James J. Carafano è Vice presidente della Heritage Fondation.

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