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RIDARE FIDUCIA ALLE FAMIGLIE

Ma siamo veramente stretti in questo modo? Otto miliardi di persone al 15 novembre, è il conto della Nazioni Unite. Un’esplosione demografica nei paesi più poveri. Più basso è il reddito pro capite, più alto è il tasso di natalità. Sotto osservazione delle Nazioni Unite anche l’Italia per ragioni opposte, poca gente, quattrocentomila cicogne ogni anno a fronte di settecentomila che ci danno l’addio.  Una situazione grave e preoccupante che avrà un impatto negativo nel prossimo futuro sia in campo economico che sociale.

Ne parliamo con Francesco Alberoni, sociologo e scrittore, studioso dei movimenti collettivi, 93 anni al 31 dicembre prossimo, che accetta di conversare con noi nonostante una fastidiosa bronchite che in questi giorni lo assilla.

“Le cause della crisi delle nascite sono molteplici – spiega Alberoni – che vanno dall’incertezza politica ed economica, alla precarietà del lavoro, al senso di insicurezza generale conseguenza anche di pandemia e di guerra. Pochi figli non solo perché  si preferisce una vita più spensierata ma soprattutto perché si è condizionati o dal lavoro spesso precario e soprattutto dalla mancanza di assistenza alle famiglie.”

Difficile trovare la ricetta per arginare la sciagura delle culle vuote…

“Aiuti economici e supporti alle mamme, ma non basta. Bisogna dare alle giovani coppie la sicurezza di asili nido, scuole materne ed elementari in grado di prendersi cura dei bambini in tutto l’arco della giornata lavorativa. Intervenire anche sulle scuole medie e superiori che sono aperte solo fino all’una o alle due del pomeriggio, e solo poche assicurano il doposcuola. Le vecchie strutture scolastiche furono progettate limitatamente per l’insegnamento in aula o al massimo con una palestra.  Oggi invece la scuola dovrebbe avere  strutture per accogliere i ragazzi anche nelle ore del  pomeriggio fino a sera con attività didattiche, culturali, sportive. La famiglia da sola non ce la fa più e la vecchia scuola perde credito ogni giorno. Occorre uno sforzo immenso per sorreggere i genitori, ridare loro fiducia ricostruendo il prestigio dell’educazione  e per dare nuovo slancio allo viluppo culturale che è anche economico. Un tempo le scuole si limitavano a fornire istruzione nelle aule secondo le esigenze dei tempi quando gli uomini andavano a lavorare e la maggior parte delle donne  stavano a casa e potevano occuparsi a tempo pieno dei figli. Oggi le esigenze sono profondamente cambiate. La famiglia è fragile ed esausta, è immenso il bisogno di istruzione ed educazione. Compito della politica è anche ridare fiducia ai cittadini, alle coppie.”

Cosa si può fare nell’immediato ?

“Favorire nelle aziende e negli uffici, sia pubblici che privati, l’istituzione di asili nido e scuole materne. Sarebbe un primo segnale di un’inversione di rotta.”

“L’immigrazione può essere un rimedio alla denatalità?

“Certamente. Ma solo un’immigrazione qualificata che possa assicurare accoglienza integrazione e istruzione. Non certo il tipo di immigrazione incontrollata. In conclusione: genitori senza tempo, i loro figli senza scuole, l’immigrazione come problema mentre regolata potrebbe essere una risorsa. C’è bisogno di una rinascita in tutti i campi, dallo studio al lavoro, alla famiglia.”

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