Ischia, Soverato, Marmolada, Liguria, Stromboli, Barcellona pozzo di Gotto.
Cos’hanno in comune queste località italiane? Nulla, se non quello di avere subito frane, smottamenti e calamità varie. Le accomuna forse allora un caso del destino? Una combinazione fortuita di eventi negativi? Direi proprio di no, visto che, a sentire i dati ufficiali, quasi il 94% del territorio nazionale è soggetto ad elevato rischio idrogeologico! Sì, vabbè ma perché tutto ciò sta accadendo proprio ora? Ora che, sfibrati da tre anni di pandemia, la crisi economica ci fa sentire più poveri, la guerra alle porte di casa ci minaccia, l’aumento delle materie prime turba i nostri sonni, la penuria degli approvvigionamenti energetici dall’estero rischia di farci passare un inverno al freddo, e l’inflazione comincia a mordere? Tutto questo accade contemporaneamente per uno caso beffardo de destino o si tratta di tragedie annunciate, curate con qualche rattoppo quando ci succedevano, ma mai seriamente prevenute? Decenni di consociativismo politico fantasiosamente etichettati (DC,PSI, PC, PRI, PSDI, FI, PDL e infine persino quell’anarchismo politico chiamato cinque stelle) ci hanno illusi che dopotutto le cose andavano bene, anche senza pianificare, senza riformare, senza programmare il futuro. E il Bel Paese andava avanti così, con gli amati Festival di Sanremo e i suoi Giri d’Italia. Basta che ce sta ‘o sole, basta che ce sta ‘o mare: cantavano gli italiani nei trenini che immancabilmente ballavano nelle notti capodanno. L’Italia andava avanti così, con le scarpe lucide e i calzini bucati, con i Rolex al polso e i cessi in casa sempre da riparare. L’Italia stava nel G5 sì, non tanto però per i reali meriti propri (che comunque c’erano), quanto per convenienze geostrategiche altrui. Ma i nodi prima o dopo arrivano al pettine!! E sembra proprio che adesso siano arrivati.*Carmelo Cosentino, ingegnere, presidente onorario ASE spa