È la prima volta della destra italiana, è la prima volta di una donna, è la prima volta con una maggioranza netta. Sono queste le indicazioni che sembrano profilarsi in vista del voto del 25 settembre e bastano a farci capire quanto importante sia la svolta che gli elettori intendono imporre, secondo tutti i sondaggi, al governo della Nazione. E questo dopo oltre un decennio in cui i governi non sono stati espressione della volontà degli elettori, ma composti in gran parte da chi le elezioni le aveva perse (nello specifico dal Partito democratico).
Una svolta è tanto più importante perché avviene in un contesto internazionale in cui l’Italia è impegnata a fronteggiare una guerra in Europa con gravi conseguenze anche sul piano economico e produttivo. Questa legislatura, in cui solo Fratelli d’Italia si è sempre collocata alla opposizione, ci ha lasciato in eredità una situazione preoccupante sul piano sociale ed economico, con migliaia di imprese che hanno chiuso i battenti, la disoccupazione in aumento e un debito pubblico crescente e ormai insostenibile. Il costo dell’energia, già cresciuto nella seconda parte dello scorso anno, è ora a livelli insostenibili, anche quale effetto della guerra in atto.
È più che mai necessario un governo che abbia piena consapevolezza degli interessi della Nazione e che sappia affermarli nel contesto europeo e internazionale, con la piena legittimità che in democrazia solo il responso delle urne può dare; un governo che abbia ben chiaro quale sia il ruolo dell’Italia nel Mediterraneo, in Europa e nel mondo, quali siano le sue alleanze naturali e la sua collocazione occidentali; un governo affidabile, coerente, determinato, coeso e consapevole; un governo che solo Giorgia Meloni può realizzare con il concorso degli alleati storici del centrodestra; un governo che sappia interpretare i bisogni della Nazione.
La sinistra, peraltro, si è divisa in tre: il Pd, sempre più arroccato, con Fratoianni, Bonelli, Bonino e Di Maio, ha perso ogni capacità di aggregazione al centro e, con il delirante assillo dei cosiddetti diritti individuali, è ormai incapace di rapportarsi non solo col mondo cattolico, ma anche col buonsenso e col diritto naturale inscritto nel cuore e nella coscienza popolari. Il quadro si completa con Calenda e Renzi e il loro vellitario polo riformista, composto in gran parte proprio da coloro che speravano in un riformismo di sinistra; e coi Cinque Stelle di Conte e Grillo arroccati nella difesa delle posizioni più assistenzialiste. Si erano ritrovati insieme nel secondo governo Conte e poi nel governo Draghi in quella che ormai gli italiani ricordano e giudicano come una alleanza di potere che si è dissolta di colpo, quando la forza delle cose – più delle volontàò dei partiti – ha stabilito che era giunto il momento di presentarsi agli elettori.
Solo il centrodestra esprime una leadership condivisa, ha un programma comune, di cose concrete e realizzabili; solo il centrodestra possiede la forza e il progetto per governare il Paese, tanto più in questa situazione che impone visione, idee chiare sulla strada da percorrere. Peraltro, è questo proprio il contesto in cui si inserisce la campagna elettorale e i problemi che il governo dovrà subito affrontare sono di tali dimensioni che necessitano di un governo in sintonia con la natura profonda del Paese, le sue esigenze e i suoi interessi.
Chi scrive ha avuto l’onore di guidare il Comitato parlamentare per la sicurezza nazionale (Copasir) in questi difficili mesi, in un contesto che ha fatto comprendere a tutti quanto importanti siano i temi della sicurezza nazionale, spesso trascurati nella agenda del Parlamento. Abbiamo agito senza pause. Nel mese di agosto dello scorso anno, a fronte della improvvida ritirata dall’Afghanistan ci siamo riuniti più volte, come azione di controllo e di stimolo. Lo stesso abbiamo fatto in questo mese di agosto per monitorare la situazione sia a fronte della evoluzione della guerra in Ucraina sia per sensibilizzare opinione pubblica e istituzioni sul rischio di ingerenze straniere nella nostra campagna elettorale.
La sicurezza nazionale è ormai, necessariamente, prioritaria nell’agenda politica. Non solo per quanto riguarda i temi della Difesa, ma anche la vita sociale e produttiva del Paese. In questocontesto si inserisce lo strumento del golden power che proprio grazie a Fratelli d’Italia ha trovato nel corso di questa legislatura una puntuale ed ampia regolamentazione. Rappresenta uno degli strumenti che il Paese ha a disposizione per proteggersi da ingressi indesiderati di capitali stranieri nella proprietà di aziende attive nei più vari settori che compongono l’articolato sistema produttivo italiano, di cui il Copasir ha più volte segnalato la vulnerabilità.
Da solo però non basta, perché è necessario ragionare in termini di sistema e cioè realizzando una politica industriale che punti a preservare e, se possibile, a rafforzare gli asset strategici del Paese.
Su questo Fratelli d’Italia e il centrodestra hanno le idee chiare, convinti che sia necessario rispondere e difendersi dalle minacce poste in essere dagli operatori stranieri; minacce che si sono amplificate e rese manifeste con lo scoppio della guerra in Ucraina.
Proprio questo drammatico evento ha rappresentato una sorte di spartiacque. Non è scontato dire che esista un prima e un dopo, rispetto all’invasione dell’Ucraina. Oggi l’Occidente deve essere sempre più consapevole del suo ruolo, quale baluardo nel mondo della libertà e dei diritti dei popoli. E in tale contesto, l’Italia deve saper cogliere la grande opportunità di assurgere al ruolo di prim’attore sul piano internazionale, quale Paese cerniera tra l’Ovest e l’Est, tra l’Europa e il Mediterraneo. Saranno queste le direttrici lungo le quali si delineeranno i destini del mondo, come peraltro dimostra la crisi energetica di questi mesi.
Il 25 settembre gli elettori saranno chiamati a scegliere e votare anche su questo. Sono certo che lo faranno individuando in Fratelli d’Italia e nel centrodestra chi saprà tutelare gli interessi fondamentali della Nazione, e chi saprà al meglio, e sino in fondo, interpretarli senza alcuna sudditanza.
di ADOLFO URSO
Considerazioni e auspici pienamente condivisi.
Nella realtà di questi giorni sembra tuttavia emergere evidente la preoccupazione di FdI di non essere all’altezza della situazione di governo (ricerca di recupero di Draghi…) nel contesto della difficile situazione geopolitica e quindi della necessità di aggregare forze politiche con cui condividere l’impegno, ma anche le responsabiltà di futuri e probabili fallimenti. Troppi slogan nelle proposte, troppi gli snobbismi delle passate campagne politiche, poche le proposte credibili su come affrontare la difficile situazione ma anche credibilità ed affidabilità di Governo. Ci vorrà una buona dose di modestia e capacità di ascolto nonché capacità di attirare tecnici competenti e credibili livello internazionale per dar corpo e riforme e programmi all’altezza di questi complessi e turbolenti tempi.