“Noi siamo la coerenza che non è stata mai tradita… “ Nel solco della coerenza, della serietà delle sue scelte politiche Giorgia Meloni conferma il sì al referendum per il taglio dei parlamentari.
Avrei comunque votato sì se me lo avessero chiesto ieri o l’altro ieri. Per quella naturale avversione alla casta dei politicanti e per quella voglia di riformare, di liberarsi da quella gabbia di regole vecchie di settant’anni che imprigionano questa Italia che ha voglia di risorgere. Taglio del numero dei parlamentari, poi subito al voto per rinnovare questo parlamento delegittimato , e avanti con l’elezione diretta del Capo dello Stato. Erano le idee forti che davano forza ad un sì convinto. Ieri o l’altro ieri. Sì, sì, sì… ma perché mi esce sempre più flebile mentre passano i giorni, ma perché sento salire prepotente dall’anima questa voglia di gridare no, no, no.
Puro esercizio dialettico perché prevedo un’ondata schiacciante di sì sull’onda di un’opinione pubblica da tempo giustamente schifata dalla politica dei giochini parlamentari, dalle acrobazie per evitare le elezioni politiche per non perdere la poltrona e i soldi.
Sarà perció certamente un sì. E il giorno dopo ancora una volta sarà premiata dalla soddisfazione la vincente scelta di Giorgia Meloni.
Ma a vincere veramente con il sì saranno i cinquestelle e Zingaretti , Conte e il suo governo rafforzato. Tutti i Casalino d’Italia. Il rinnovo fel parlamento delegittimato? Pura illusione. Questi non molleranno l’osso. L’elezione diretta del Capo dello Stato? E chi la farebbe questa riforma, un parlamento dove grillini e Pd sono maggioranza. Se vince il sì Giorgia sarà pure coerentemente soddisfatta, ma a vincere davvero sarà la sinistra.
Se vince il no i giochini sono finiti. Il governo finirà a gambe all’aria. E si aprirà uno spiraglio per le elezioni anticipate.
Ma il no è il contrario di ciò che indica Fratelli d’Italia, sarà dunque una sconfitta referendaria. E chi se ne frega. Ci sarà invece da festeggiare la vittoria della destra in almeno sei regioni. Ed è questo che conta.
E intanto continuo a sfogliare la margherita: sì, no, sì, no. Ma com’è che i petali del sì mi si sono tutti appassiti?