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La grande onda di Kanagawa travolge ogni virus

L’artista giapponese Katsushika Hokusai era dotato di un ottimismo incorruttibile al punto che, nel 1849 mentre respirava i suoi ultimi attimi, disse: “Anche se fantasma me ne andrò per diletto sui prati d’estate”. La grande onda di Kanagawa, celebre stampa del 1830, raffigura il mare in tempesta che arreca difficoltà a delle barche, sullo sfondo, però, una montagna sembra indicare un luogo in cui tornare per ripartire.

C’è un tempio in Giappone, dove gli shintoisti adorano Amaterasu che è la dea del Sole. È il tempio di Ise, accessibile soltanto ai membri della famiglia reale ed ai sacerdoti; viene distrutto e ricostruito ogni vent’anni: i giovani accompagnati dagli anziani arrivano al tempio a vent’anni, vedono come si fa ed a quaranta lo ricostruiscono. È il simbolo del concetto religioso di morte e rinascita.

Oggi l’inaspettata onda del Coronavirus ci ha travolto, ci ha portato distruzione e ci ha insegnato che non tutto dura per sempre. Non dobbiamo tuttavia disperare, perché ciò fa parte della vita… E la vita è un cantiere che non si chiude mai una volta per tutte, così come anche la società e lo Stato. Se tutto può essere distrutto può anche essere ricostruito, soprattutto quando necessario.

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