Andare al mercato nelle mattine assolate, a sgomitare tra le persone per aggiudicarsi la merce migliore, tra il vociare, i colori, i profumi, il dialetto, le battute, le chiacchiere sui fatti del momento, il riso sempre e comunque, il contatto vivo e genuino tra le persone, la lentezza anche nella fretta. Tutta la semplicità del mercato rionale, data sempre per scontata e talvolta ritenuta evitabile, ci sembra oggi un tenero ricordo di bellezza; ora che dinnanzi ai supermarket siamo tutti ingessati in un’imbarazzante fila, con i guanti e le mascherine, accanto a fragorosi silenzi che ci separano dalle persone, con gli addetti che intimano di comprare tutto in fretta e andar via.
Renato Guttuso nel 1974 volle celebrare con un dipinto la bellezza della Vucciria, mercato di Palermo, dove fare la spesa è una festa, così come lo è nei mercati di ogni angolo d’Italia. I forti shock, oltre ad arrecare sofferenza, ci aiutano anche a riflettere su cosa siamo ed a farci riscoprire ciò di cui abbiamo davvero bisogno per vivere serenamente i nostri giorni. E ad un tratto ci sembra scorgere come essenziali le cose più semplici, come anche il vecchio e caro mercato.