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Lega e Fratelli, la coppia vincente

I dati definitivi delle elezioni europee disegnano uno scenario molto chiaro. Trionfa la Lega, che inverte i rapporti di forza nei confronti del Movimento 5 Stelle, sorpassato da un redivivo Partito Democratico che però perde voti. Male Forza Italia, che non riesce a fermare l’emorragia di consensi; bene Fratelli d’Italia, che vede aumentare la propria percentuale di elezione in elezione.

• Il calo indicato dai sondaggi delle ultime settimane era solo immaginario: la Lega vola ampiamente oltre la soglia del 30% arrivando a più del 34% dei consensi. Si afferma e anzi recupera voti nei tradizionali feudi del Nord – dove, secondo alcuni “analisti”, il partito stava perdendo consenso –, avanza nelle ex regioni rosse ma si afferma anche al Sud. La Lega è ormai un partito nazionale e punta alle prossime regionali per strappare Toscana, Emilia-Romagna e Umbria al Partito Democratico. Il saldo è ampiamente positivo rispetto al 2014 e al 2018.

• Per il Movimento 5 Stelle si è verificato lo scenario peggiore: doppiato dalla Lega, sorpassato dal Partito Democratico. Il saldo è negativo rispetto al 2014 e al 2018. I grillini calano molto al Nord e al Centro, e vengono “salvati” dal Sud e dalla Sicilia, dove tuttavia la bassa affluenza ha penalizzato il Movimento. Per Luigi Di Maio sarà molto difficile riuscire a tenere compatto il partito davanti a un risultato così deludente: il futuro del governo è un rebus. La strategia comunicativa aggressiva nei confronti di Salvini non ha pagato.

• Festeggia Fratelli d’Italia, ancora una volta snobbato – o tutt’al più deriso – dai media mainstream ma che, come la Lega, è l’unico partito che può vantare una crescita costante dal 2014 a oggi. Il raggiungimento di oltre il 6% dei consensi rappresenta il miglior risultato della – giovane – storia del partito: Forza Italia dista solo 2,5 punti percentuali, ma ad esempio in Veneto, a livello regionale, il sorpasso è già avvenuto. Un dato politico rilevante: un ipotetico “fronte sovranista” Salvini-Meloni raccoglierebbe, allo stato attuale, più del 40% dei voti.

• Forza Italia crolla sotto la soglia psicologica del 10%, ma anche del 9%. È l’unico partito, insieme al Movimento 5 Stelle, a segnare un saldo negativo rispetto al 2014 al 2018. La parabola discendente non sembra attualmente arrestabile e anzi apre nuovi fronti di spaccatura all’interno del partito. Gli equilibri del destra-centro vanno ormai consolidandosi.

• Il Partito Democratico esce dal torpore post-renziano e lancia segnali di vita compiendo un insperato sorpasso ai danni del Movimento 5 Stelle. Si afferma in particolare nelle grandi città, confermando una tendenza già emersa parzialmente nel 2018. È opportuno, tuttavia, precisare che sebbene il saldo percentuale sia positivo, in termini prettamente numerici il saldo è negativo: il Partito Democratico, infatti, perde voti rispetto al 2018. Resta tutta da verificare la presunta unità interna del partito e la tenuta territoriale: in sostanza, è prematuro parlare di “resurrezione” dei Democratici, che dovranno lavorare molto per rendere questo risultato un punto di partenza e non di arrivo.

Fonte:federicocartelli.com

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